NOTIZIARIO del 03 marzo 2004

 
     

Tu quoque, Rutelli!
di Rita Guma

Due vicende di ieri apparentemente slegate mi hanno colpito perche' accomunate dalla disinformazione denigratoria sui magistrati.

La prima e' la domanda di un ascoltatore radiofonico, che di questa disinformazione e' certo vittima, la seconda le dichiarazioni di Rutelli, che, essendo opposizione, dovrebbe contribuire a fare chiarezza sulle dicerie diffuse da Berlusconi ed invece contribuisce ad alimentarle.

L'ascoltatore - prendendo le mosse dai furti di bagagli a Malpensa - chiedeva come mai le forze dell'ordine arrestano tanti che poi sono rilasciati dalla magistratura, e sottolineava che noi paghiamo i magistrati, che quindi dovrebbero fare qualcosa per tenere in galera ladri e simili criminali.

Occorre innanzitutto dire che le forze dell'ordine, a meno che non arrestino qualcuno in flagranza di reato, devono sempre essere in possesso di un atto firmato DA UN MAGISTRATO per operare un arresto, un'indagine, un'intercettazione telefonica, una registrazione video o una perquisizione.

La legge pero' prevede alcuni presupposti per prolungare un arresto oltre la decorrenza dei termini, come la pericolosita' sociale, il pericolo di inquinamento delle prove, la possibile reiterazione del reato e simili. Diversamente, PER LEGGE, il magistrato deve scarcerare l'indiziato entro precisi termini molto stretti.

Per quanto riguarda le condanne, per i diversi tipi di furto sono previste condanne proporzionate al reato, che, non essendo un omicidio, una strage o altri reati gravi, prevede pene massime basse, ma STABILITE DAL LEGISLATORE, non dal giudice. Per gli incensurati ci sono le attenuanti generiche, quindi gli sconti di pena e sempre LA LEGGE prevede per condanne fino a due anni di carcere la condizionale, fino a tre la possibilita' di affidamento in prova ai servizi sociali.

Inoltre vi e' il PATTEGGIAMENTO della pena, che evita di passare per il tribunale e di macchiare la fedina penale. Recentemente questo patteggiamento e' stato allargato, estendendolo a reati anche piu' gravi, quali truffe, usura, corruzione, concussione, fuga dal carcere, oltre ad altri reati, come alcuni connessi al caso Parmalat.

Questi sono gli strumenti giuridici in mano al magistrato, che per giunta si trova sommerso dai casi (solo nel civile sono 9 milioni, mentre nel penale migliaia sono le cause per biglietti della metropolitana non pagati che rallentano tutte le altre) e con poche risorse di personale e di strumenti negli uffici. Se qualcuno ritiene queste armi spuntate, se la deve prendere con il parlamento per le leggi, con il ministero della Giustizia per le risorse, ma non certo con i giudici.

Rutelli invece, che del parlamento fa parte ormai da diversi anni (quasi dieci, se non erro), ed il cui partito ha fatto parte di precedenti governi, alla legislazione avrebbe potuto porre mano in piu' occasioni, ma non lo ha fatto se non per approvare con gli altri il giusto processo, che provoca assoluzioni anche nel caso l'imputato sia colpevole (basta la morte o l'espatrio forzato di un testimone per vanificare una testimonianza chiave anche se gia' verbalizzata prima del dibattimento) ed altre leggi bipartisan con effetti discutibili sulla giustizia.

Rutelli si limita dunque a seguire la corrente berlusconiana di critica ai magistrati, attribuendo loro colpe e privilegi che non hanno e sono frutto di una leggenda metropolitana alimentata dalla stampa filogovernativa, come il mancato lavoro nel periodo estivo, le promozioni automatiche, le mancate verifiche di professionalita'. Per alcuni di questi punti i magistrati hanno chiesto da anni o stanno chiedendo da qualche tempo revisioni delle leggi ordinamentali, quindi semmai sono i parlamentari (fra cui appunto Rutelli) i responsabili dei punti contestati.

Di Berlusconi, Bondi ed affini gia' si conosce il martellamento denigratorio nei confronti della magistratura, ma fa specie (anche se non meraviglia) questo tipo di interventi da parte dell'opposizione. Tuttavia pochi giorni fa analoghe critiche qualunquiste sono state tollerate e mosse, durante un convegno campano con Ciriaco De Mita, anche da Anna Finocchiaro, responsabile giustizia dei DS che a suo tempo avrebbe potuto porre mano alle riforme in tema, come Presidente della Commissione Giustizia della Camera, e che dovrebbe conoscere bene la realta' giudiziaria.

Non era peregrino, dunque, l'invito del nostro Osservatorio all'ANM, qualche mese fa, a non guardare con fiducia al sostegno dell'opposizione compatta alle giuste istanze dei magistrati.

Il vero baluardo della magistratura e' la societa' civile, quella critica, attenta, informata. Quella di cui speriamo fara' parte da domani anche il radioascoltatore di cui sopra. Quella societa' civile il cui dato di fiducia nei magistrati (52% degli Italiani, contro il 36% di fiducia nel parlamento ed il 14% nei partiti) e' stato registrato ultimamente dall'Eurispes.

Un dato che ci consola, perche' vuol dire che pochi ascolteranno con fiducia le critiche dell'esponente di partito e parlamentare Rutelli alla magistratura, magistratura che ha sicuramente limiti e difetti e percentuali fisiologiche di casi anomali come ogni altro settore della vita civile, ma non puo' farsi carico di colpe non vere o di cui sono responsabili altri.

by Bollettino Osservatorio

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