NOTIZIARIO del 25 marzo 2004

 
     

USA: truppe in ritirata dall'Europa
di Giulia Alliani

Secondo il Washington Post, che riferisce fonti ufficiali, il Pentagono ha deciso un riallineamento delle forze militari americane: si tratterebbe di ridurre le grandi concentrazioni in Europa e Asia optando per delle basi piu' ridotte, definite addirittura "spartane", da istituire in Romania e, forse, in Bulgaria, dalle quali sarebbe possibile una rapida proiezione di forze statunitensi contro terroristi, stati ostili, e altri potenziali avversari.

Piu' a oriente, nell'Asia Centrale, le basi in Uzbekistan, Tagikistan e Kirgizistan, istituite nel 2001 nel corso della guerra in Afghanistan, verrebbero conservate come campi di addestramento da utilizzare per le emergenze, mentre Guam e Hawaii verrebbero privilegiate rispetto a Sud-Corea e Giappone.

Gia' in passato gli Americani avevano manifestato l'intenzione di eliminare alcune importanti basi risalenti al tempo della Guerra fredda per creare una serie di avamposti piu' agili e piu' vicini a potenziali zone a rischio di emergenza in Medio Oriente e sulla linea del Pacifico, ma finora non erano state rese note le dimensioni dei tagli o i dettagli sulle postazioni.

Scopo degli Americani sarebbe anche quello di stabilire rapporti militari piu' consistenti ed eventuali collaborazioni con un numero maggiore di paesi dell'Europa dell'Est, dell'Asia Centrale, dell'Africa, e del Sud-Est Asiatico. Secondo Douglas J. Feith, del Pentagono, il piano riflette lo spostamento delle potenziali minacce rispetto ai tempi della Guerra Fredda: "Allora avevamo la sensazione precisa del luogo dove avremmo potuto dover combattere e la' avevamo deciso di posizionare le nostre forze. Adesso crediamo di doverci spostare la' dove si sta effettivamente combattendo".

In Europa le riduzioni piu' consistenti sono previste in Germania: si parla infatti di un ridimensionamento del 60%. "Tuttavia" ha detto Feith "vorrei smentire la voce che continua a circolare, secondo la quale noi ritireremmo le nostre forze per punire i Tedeschi dopo il mancato sostegno all'invasione dell'Iraq. Stiamo facendo dei cambiamenti in vista dei prossimi decenni che non hanno alcuna relazione con la situazione contingente."

Feith ha anche detto che le autorita' tedesche sono al corrente dei piani degli Stati Uniti. Tuttavia l'attache' militare tedesco negli S.U., Colonnello Carsten Jacobson, si e' dimostrato sorpreso nell'apprendere l'entita' dei tagli previsti dagli Americani che, secondo quanto gli era stato reso noto, non avrebbero dovuto superare il 20 o 30%.

Alcuni specialisti americani si sono dichiarati critici sul progetto, anche per il timore di incrinare i rapporti con i vecchi alleati. Fra questi Ashton Carter, assistente del Segretario alla Difesa durante la presidenza Clinton e ora condirettore del Progetto di Difesa Preventiva presso la Harvard University, che ha commentato: "Non mi pare che si sia riflettuto accuratamente su questo piano: non si sono volute considerare tutte le implicazioni che il progetto avra' dal punto di vista strategico, del costo per i contribuenti americani, e dell'impatto sui nostri alleati".

by www.osservatoriosullalegalita.org

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