8 ottobre 2003 - aggiornato il 27 ottobre 2003

 
     

«Posti ereditari, concorsi truccati» E le condanne servono a poco
di Gian Guido Vecchi

« Che faccia i nomi!», protestarono i rettori quando il ministro della Salute Girolamo Sirchia, a febbraio, osò osservare come a Medicina e Chirurgia imperassero baroni e nepotismo, «in cattedra vanno tuttora i figli e i cognati». (....)

Nel concorso dell'88 c'erano in palio sedici cattedre e passarono figli di papà e protetti. Bisogna partire da qui, dal padre di tutti gli imbrogli, per capire cosa sta succedendo ancora adesso, come in un gioco di specchi, da Cagliari a Messina, da Roma a Napoli.

Lo scandalo scoppiò solo nel '95, al processo furono condannati cinque docenti, tre della commissione più due padri di candidati. Altri tre professori, per abuso d'ufficio e violenza privata, furono riconosciuti colpevoli per un concorso del '92, nove cattedre. La pena più alta, un anno e otto mesi, toccò a un luminare dell'Otorinolaringoiatria, Giovanni Motta, ordinario a Napoli e definito dai giudici «despota» della specialità; alla fine vinse anche suo figlio, Gaetano Motta, tuttora ordinario alla seconda università di Napoli. Le condanne della Corte d'Appello, il 1° dicembre 2000, sono state confermate in Cassazione 5 novembre 2001.

Il ministero ha chiesto un parere al consiglio di Stato che ha risposto il 20 marzo 2002: il concorso dell'88 è nullo. E allora perché non succede niente? «Semplice: perché la Corte d'Appello deve annunciare l'annullamento a tutti e 16 i docenti promossi col trucco, solo che a febbraio non erano arrivate quattro notifiche, non li avevano trovati!», sospira il professor Giorgio Molinari, uno dei candidati bocciati nell'88. Ora ha sessantotto anni, «ero associato di Audiologia a Padova e tre anni fa me ne sono andato in pensione anticipata, sapevo che avrebbero continuato a bocciarmi e dopo l'88 non mi sono più presentato ai concorsi da ordinario, non ne potevo più di vedermi passare davanti giovincelli che non avevano un decimo dei miei titoli».

I sedici promossi di allora, finché c'è tempo, stanno cercando di risistemarsi. «Gaetano Motta, per dire, quest'anno è stato membro di commissione al concorso di Audiologia a Napoli e al contempo candidato a Catania e Messina». A Messina, in particolare, è stato bandito un posto da ordinario di Audiologia a cui partecipano due dei «figli di» promossi nel famoso concorso dell'88: oltre a Gaetano Motta, il figlio di Giovanni, c'e Francesco Galletti, figlio del professor Cosimo Galletti.

Ebbene, tra i commissari d'esame sono stati nominati Raffaele Luciano Fiorella (ordinario a Bari) e Alberto Rinaldi Ceroni (Bologna), promossi docenti nello stesso concorso truccato dell'88. Altri due commissari, Desiderio Passali ed Enzo Mora, furono invece promossi dai papà Motta e Galletti in un concorso precedente, nell'84, peraltro regolare. Giorgio Molinari, sempre lui, ha presentato una dettagliata domanda di ricusazione dei commissari al rettore dell'università di Messina. Respinta.

(....) A Roma insegna invece Marco De Vincentiis, ordinario di Otorinolaringoiatria alla Sapienza, anche lui promosso in cattedra nell'88 e figlio del professor Italo, altro papà condannato a un anno. Anche lui rischia di perdere la cattedra ma qualche mese fa ha vinto l'idoneità a Firenze e intanto potrebbe ottenere un altro posto sempre a Roma, presto si riunirà il consiglio di facoltà.

Nella stessa facoltà lavora come ordinario di Audiologia anche Mario Fabiani, 55 anni, uno dei bocciati dell'88, «mi ribocciarono nel '92 e alla fine ho vinto l'idoneità nel 2000, non ci speravo più», sorride, «anche se credo d'essere l'unico ordinario d'Italia che non è primario, al Policlinico Umberto I faccio ancora i turni di notte».

il corriere della sera 8/10

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