20 luglio 2001

 
     

I pensionati del Parlamento

Rodolfo Roselli

Dopo decenni di lavoro, il pensionato medio italiano percepisce circa 1.500.000 al mese mentre circa 5 milioni e mezzo di italiani, hanno una pensione minima di 700.000 lire. Queste ,si dice, sono le pensioni che hanno messo in crisi i conti della previdenza, e per lòe quali sono messi in discussione i diritti dei nuovi pensionati, queste sono le pensioni che produrranno dolorose riforme. Ma della riforma delle pensioni, e dei compensi dei nostri parlamentari, nessuno ne parla. Dal 1994 tutti i parlamentari eletti fino all'ultima legislatura, e quelli che sono stati rieletti in questa, percepiranno a 60 anni una pensione baby.

Cioè basteranno solo 5 anni di contributi per ottenere un vitalizio corrispondente ad una percentuale dell'indennità parlamentare lorda , da un minimo di 5.000.000 ad un massimo di 17.000.000. Ma se gli anni di contribuzione saranno superiori a 5 , per ogni anno di contribuzione in più, il vitalizio si otterrà un anno prima, quindi, a qualsiasi età. Notate bene che ho parlato di vitalizio e non di pensione, perché, chiamandolo vitalizio, la Corte Costituzionale nel 1994 ha reso legittimo il cumulo con altre pensioni e redditi ordinari. Tutto questo trattamento non sarà mai rimesso in discussione ,perché la Costituzione non prevede interventi retroattivi , anche se il ministro Barucci nel 1992, sotto il governo Amato, ha tassato retrottivamente i conti correnti bancari di tutti noi.

Con queste norme, che i parlamentari si sono costruiti a loro uso e consumo, si sono verificati casi paradossali. Un caso limite è stato quello del sen. Arturo Guatelli che, designato senatore l'ultimo giorno della legislatura del 1983, per la scomparsa del sen. Tommaso Morlino, senza mai essersi seduto al Senato ,ha maturato stipendio, liquidazione e il vitalizio. E quindi riscattando con 20 milioni, comodamente rateizzati, i contributi dei 5 anni di legislatura, alla quale non ha mai partecipato, riceve dal 1994 ogni anno 39.228.000 lire.

Ma questo non è il solo caso. Giovanni Valcavi subentrò nel 1991 al senatore Antonio Natali per tre mesi. Poiché in quel momento era presidente della Banca Popolare di Luino e Varese, per non optare tra le due cariche incompatibili, guadagnò tempo per 12 settimane presentando un disegno di legge per abolire la necessità di opzione, attese la scadenza della legislatura e adesso cumula due pensioni . Questa situazione ovviamente ha dei costi non indifferenti, anche perché, il vitalizio non è pensione quando rischia di non poter essere cumulato, ma è pensione quando ne devono beneficiare anche le vedove e i superstiti.

Nel 1996 gli ex senatori a riposo erano 752 ai quali vanno aggiunte 391 vedove ed eredi di defunti, per un costo di circa 94 miliardi. Nel 1996 gli ex deputati a riposo erano 1188 con una spesa di 150 miliardi, il che vuol dire 130 milioni a testa, circa 7 milioni al mese. Ma attenzione, la legge dice che un parlamentare può andare in pensione a sessanta anni se ha fatto almeno una legislatura, anche se questa non è durata 5 anni. Questo vuol dire che grazie allo scioglimento anticipato delle Camere, dal 1992 al 1997, in cinque anni ci sono state 3 legislature e quindi un deputato costantemente rieletto, pagando circa 165 milioni di contributi avrebbe potuto andare in pensione a 50 anni con circa 80 milioni netti all'anno , essendo stato presente in parlamento solo 5 anni.

Ma non basta, a chi non e' rieletto, viene data una liquidazione chiamata "indennità di reinserimento " che ad Arnaldo Forlani ha fruttato 439 milioni, a Ciriaco De Mita 378 , a Bettino Craxi 317. Questa situazione ha creato nell'opinione pubblica, una volta trapelati a fatica questi dati molto riservati, un'ondata d'indignazione con proteste sia di singoli cittadini, che di associazioni e movimenti politici, non legati ai partiti e, poiché la stampa ha riportato la situazione, vedendo compromessa la propria immagine, il Parlamento ha varato nel 1997 un nuovo regolamento che ha portato alcuni timidi ritocchi ai privilegi parlamentari in tema di pensioni.

Quali sono queste modifiche ?
1- valgono solo per i nuovi eletti di questa legislatura, quindi non solo i diritti già acquisiti non vengono toccati, non solo per i rieletti valgono ancora i vecchi privilegi, ma in questo modo si creano due tipi di trattamento tra parlamentari della medesima legislatura, i vecchi che sono privilegiati ed i nuovi che sono un po' penalizzati.
2- La pensione può essere percepita a partite dai 65 anni invece che dai 60 anni, e comunque anche se si sono versati più anni di contributi non si puo' mai scendere sotto il tetto dei 60 anni.
3- Il vitalizio è sospeso (attenzione sospeso, non revocato) non solo al rieletto ma anche all'eurodeputato e al consigliere regionale. Questo vuol dire che lo prenderà più tardi cumulato agli altri.
4- L'importo massimo del vitalizio passa dall'85% all'80% dell'indennità parlamentare lorda.(oggi tale indennità è di 20.607.808 lire) mentre resta invariato l'importo minimo del 25% e per chi ha fatto una sola legislatura che ammonta a 4.828.932 lordi.
5-Resta invariato il versamento mensile dovuto dal deputato di L. 1.762.000.

Non è difficile comprendere come sia stata beffata l'opinione pubblica che protestava e come, l'arroganza di coloro che hanno approvato questo nuovo regolamento sia senza limite. Continua così il metodo di calcolo retributivo, continuano i riscatti possibili a condizioni favorevolissime, continuano i doppi trattamenti cumulabili, continua la percepibilità del vitalizio anche prima dei 50 anni.

Ad esempio Walter Veltroni, ex deputato, ora sindaco di Roma , per le sue quattro legislature ha diritto, da subito, cioè a 46 anni, a 14 milioni lordi mensili, oltre all'indennità di reinseremento, sopra indicata. Ma vi sono i non rieletti che hanno raggiunto i 60 anni, come Tiziana Maiolo di Forza Italia che avrà un vitalizio mensile di 10.922.138, Michele Salvati dei Democratici di Sinistra con 5.151.952 lire mensili. Per altri è possibile ottenere il vitalizio riscattando gli anni mancanti al compimento di ogni legislatura. Tra i più giovani, ad esempio, l'ex deputato Luciano Caveri dell'Unione Valdostana a soli 43 anni con quattro legislature, matura il diritto ad un vitalizio di 14.013.309.

Alcuni degli interessati, intervistati per conoscere il loro parere su queste situazioni paradossali hanno risposto : "Ho pagato tutti i contributi, quindi sono in regola" (da Giovanni Valcavi) "Non sono abituato a buttare i soldi dalla finestra. Capisco che si tratta di un privilegio ma la legge non l'ho inventata io " (da Arturo Guatelli) Marco Formentini deputato nel 1992 per 13 mesi, per divenire poi sindaco di Milano ha dichiarato "La legge è così ed io non ci rinuncio. Rinunciare al vitalizio dei 3 milioni abbondanti mensili, sarebbe immorale !" Per fortuna non tutti la pensano allo stesso modo. Riccardo Illy, ex sindaco di Trieste, ha sempre rinunciato al compenso di sindaco che è stato utilizzato per finalità sociali ( che immoralità di comportamento …!) Inoltre oggi ,eletto deputato, ha detto che, se fosse stato deputato nel 97 non avrebbe approvato quel regolamento, varato sotto la presidenza di Luciano Violante, e che essendo favorevole alla eliminazione di ogni privilegio proporrà una drastica revisione del regolamento per eliminare ogni privilegio. In questo paese dove tutti sanno tutto, l'unico segreto conservato a tenuta stagna durante le campagne elettorali e oltre, è quello dei soldi che i parlamentari percepiscono.

E quando le cifre saltano fuori si sentono le seguenti giustificazioni : "Si', prendo circa 19 milioni mensili ma detratta IRPEF e Vitalizio mi restano solo 8.200.00 (invece, diciamo noi, gli altri lavoratori non hanno detrazioni IRPEF e previdenziali) In più è vero che prendo 400.000 lire al giorno di presenza in aula (cioè circa 4 milioni mensili) ma mi sono tolte, se sono assente per il 70% delle votazioni in aula, e poi un albergo convenzionato a Roma mi costa dalle 280000 alle 350000 a notte. Questo vuol dire che con una presenza a Roma di soli 15 giorni si possono pagare circa 4.5milioni per incassare 9 milioni. In più è vero che mi danno 6.800.000 per pagare un portaborse, ma io sono socio di una cooperativa di servizi per i quali pago circa 2,5 milioni mensili (e quindi altri 4,3 milioni restano in tasca). Per il resto mi appoggio ai servizi gratuiti offerti dal Parlamento."

E' bene infine sapere che gli europarlamentari italiani sono quelli che hanno lo stipendio più alto di tutti gli europarlamentari europei, infatti prendono 17 milioni mensili, mentre i tedeschi ne prendono 11, i belgi 10, i francesi 9 , gli inglesi circa 7, gli spagnoli 5 etc. Che bello ,forse nessuno di noi si era accorto che apparteniamo al paese più ricco d'Europa!

20.7.2001

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