notiziario 30 ottobre 2003

 
     

Il magistrato ha interpretato una legge che il Parlamento non sa adeguare

di Giulia Alliani*

Non capisco perche' l'articolata e approfondita ordinanza del Tribunale de L'Aquila venga liquidata da alcuni come "stupida sentenza".

Potranno esserci aspetti discutibili, come sempre succede, ma a me sono sembrati invece molto ambigui e in malafede i commenti che ne sono seguiti, da destra, da sinistra e anche da parte delle autorita' religiose (vedi il voluto equivoco tra simbolo di fede e simbolo di una civilta', mentre si tratta di cose ben diverse).

Il vero problema mai risolto in Italia mi pare quello del rapporto tra Chiesa e Stato, tra legge divina e legge terrena. In Italia il rispetto delle leggi dello Stato non viene sostenuto con la dovuta forza da una struttura ecclesiale che spesso si mette invece in concorrenza con la struttura statale, sfidandone l'autorita' morale (non penso solo al divorzio e all'aborto, ma anche, per esempio, alla questione del "perdono").

E cio'alla Chiesa riesce anche facile perche' non e'raro che da noi si accetti come normale che le istituzioni dello Stato siano rappresentate da personaggi che con i loro comportamenti la erodono, provocando la sfiducia dei cittadini.

In questo momento in cui la religione cattolica si trova come "concorrente" non lo Stato, con le sue leggi, ma i fedeli di altre religioni, che reclamano le stesse attenzioni e gli stessi privilegi, nascera' forse un rimpianto per non aver sostenuto con piu' forza la necessita' del rispetto da parte di tutti di leggi dello Stato che vanno concepite e formulate con chiarezza, proprio per garantire ad ognuno un adeguato livello di liberta' che non confligga con la liberta' degli altri.

Naturalmente non e' mai troppo tardi, e il Dottor Montanari ha il grande merito di aver fatto suonare la sveglia. Ha fatto quello che poteva in base alle leggi vigenti e alla Costituzione. Non poteva certo inventare una legge nuova.

Se il legislatore considera inaccettabile e invasivo rispetto alle sue prerogative il ragionamento del magistrato, eviti di lasciare vuoti normativi, si assuma le proprie responsabilita' e faccia le leggi! Le faccia preventivamente e non le lasci nel vago per timore di dispiacere a questo o a quello!

Troppo facile lamentarsi per la "supplenza" della magistratura quando fa comodo, e poi magari invocarla per paura di scottarsi, quando capitano le patate bollenti.

Le aspettiamo tutti con ansia le leggi anti-terrorismo, anti-mafia, anti-corruzione e, adesso che i nodi stanno venendo al pettine, anche quelle anti-fondamentalismo.

* responsabile provinciale Osservatorio sulla legalita' ONLUS Milano

by Bollettino Osservatorio

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