notiziario 30 ottobre 2003

 
     

Il vero simbolo del Cristianesimo

di Mara Muscetta *

Il giudice Montanaro, nella redazione della sua ordinanza ha fatto un ottimo lavoro , citando tutta la giurisprudenza disponibile sull'argomento: Cosi' Giuliano Ferrara, a Ottoemezzo, che , facendo un¹eccezione alle sue regole, ha diligentemente letto il testo approntato all'Aquila.

Infatti:

1) In base al Concordato n.2, sottoscritto nel 1984 da Bettino Craxi, la religione cattolica non é più religione di stato (come invece appariva nel I°, redatto da Mussolini, nel 1929.)

2) Il giudice ha anche citato una sentenza della Cassazione, già intervenuta sull'argomento , a sostegno dell'ordinanza da lui redatta.

Detto questo, come cittadina dello Stato Italiano, amerei che le aule della scuola pubblica nel nostro paese fossero uno spazio completamente neutrale , rispetto a questo o a quel simbolo religioso, materializzato in un oggetto, ostentato come un feticcio.

Ritengo infatti più importante che la competizione tra confessioni religiose si faccia (come già accade ora nel mondo) sul piano dei fatti.

L'amore cristiano é attivamente dimostrato dalle pratiche attive di associazioni , laiche o religiose, in Africa, in Asia, dove l'insegnamento di Cristo , perseguitato e morto, si mette in pratica ogni giorno nella lotta contro la fame, contro le malattie, contro l'ineguaglianza dovuta al debito, contro le guerre e i genocidi, contro le mostruose pratiche delle mutilazioni genitali femminili. Anche rischiando la vita.

Per l'Italia mi piace citare quell'atto di amore delle nostre maestre: infatti restano accanto ai piccoli musulmani che digiunano nel Ramadan, per non lasciarli soli nelle mense scolastiche in una pratica per loro difficile da capire.

Cristo é soprattutto un grande evento interiore, in un mondo orrendo.

Mi piacerebbe poi che quei bambini , crescendo, avessero diritto, invece che a lezioni uniconfessionali, a corsi di storia delle religioni , perche' sarebbero aiutati a meglio a capire le tappe, spesso controverse e dolorose, percorse dall'Umanità nel corso della sua storia. Questo per favorire la reciproca comprensione culturale e per il rispetto delle differenze.

* gia' Direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia

by Bollettino Osservatorio

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