15 febbraio 2003

 
     

GIROTONDO INTORNO AL MONDO: 15 febbraio 2003, ora per ora

(news dall'Italia, caratteri bianchi;
news dal mondo, caratteri gialli)

da La Repubblica 15 febbraio 2003 ore 19,14
Roma Corteo, manifestanti chiudono con le mani alzate

Tante mani alzate per dire no alla guerra. In questo modo si è conclusa, a Piazza San Giovanni, la manifestazione contro la guerra in Iraq. Dal palco gli organizzatori hanno alzato le mani al cielo e così hanno fatto anche i manifestanti in piazza, che ormai cominciano a defluire. (red)

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da RAI NEWS 24 15 febbraio 2003 ore 18.30
Sono almeno 900mila le persone che attualmente stanno partecipando alla manifestazione londinese contro l'intervento armato in Iraq. La stima è degli organizzatori. Fin dalle prime ore della mattina decine di migliaia di persone si sono raccolte nei due punti di ritrovo della capitale britannica da cui a mezzogiorno sono partite le due marce poi riunitesi a Picadilly Circus. Il primo ministro Tony Blair e il presidente statunitense George W. Bush sono stati i bersagli preferiti dei cartelli e dei cori dei manifestanti.

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da RAI NEWS 24 15 febbraio 2003 ore 18.30
L'arcobaleno della Pace
Giornata pace. Corteo Roma, prima stima della Questura: 650mila partecipanti. Organizzatori: oltre 3milioni

Roma "E' in via di completamento l'arrivo della manifestazione in piazza San Giovanni, che appare ormai completamente gremita, così come le strade immediatamente adiacenti". Lo afferma la Questura di Roma aggiungendo: "Da questa valutazione appare verosimile che i partecipanti siano al momento oltre 650mila". Dal palco di Piazza San Giovanni gli organizzatori hanno dichiarato, invece, che i pacifisti che sfilano per le vie di Roma sono oltre 3 milioni. Uno degli speaker della manifestazione di piazza San Giovanni aveva annunciato una stima della Questura di 1 milione e 800 mila partecipanti. Ma fonti ufficiali hanno smentito nettamente di aver mai diffuso una tale stima.

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Da La Repubblica 15 febbraio 2003 , ore 17.40

A Roma il popolo della pace "Siamo in tre milioni"
Un festival della protesta fai da te che ha esaltato le mille anime del movimento.
Dieci chilometri di corteo per dire "No alla guerra"

di ANDREA DI NICOLA

ROMA - "Dibba e Giò contro una guerra di pochi": un grande rettangolo di cartone con questa scritta, appeso ad un lampione in via Nazionale, racconta al meglio l'indescrivibile corteo per la pace che oggi ha avvolto Roma in mille spire. Una manifestazione di singoli, un festival della protesta "fai-da-te" che ha nascosto, quasi cancellato le grandi organizzazioni. Un "fai-da-te" che si è espresso in mille modi secondo la creatività di ognuno, giovane, vecchio, operaio, professionista, precario, immigrato, scout. Secondo la fantasia di chiunque abbia percorso i dieci-dodici chilometri che hanno portato "tre milioni di persone" (questa la cifra degli organizzatori) da piazzale Ostiense a, per quelli che ci sono riusciti, piazza San Giovanni.

Un "fai-da-te" che ha messo in crisi anche la questura che a metà pomeriggio ha alzato le braccia: "impossibile una stima". Per poi attestarsi, a fine serata, sulla cifra di 650 mila. L'unico striscione veramente visibile è quello di apertura costretto a partire a causa della gran folla ben due ore prima dell'orario previsto: "No alla guerra senza se e senza ma. Fermiamo la guerra in Iraq" portato dai leader del Social forum europeo e dal quale sono tenuti alla larga i leader di partito anche quelli più amici come Bertinotti. Dietro c'è di tutto e di più, colori, musiche, presenze singole e spontanee e di fronte alle centinaia di migliaia di bandiere della pace usate come gonne, come copricapo, come mantello scompare ogni altro vessillo di partito o di sindacato. C'è chi la guerra l'ha vista e combattuta come i partigiani dell'Anpi e che adesso sono a Roma per dire no, c'è il ragazzino che intima "not in my name", se la fate non la farete in mio nome. Ci sono i vecchi slogan degli anni '60 "Peace e Love" o il sempre verde "fate l'amore non la guerra". Ma ci sono anche quelli più moderni come il lenzuolo scritto a mano che si porta dietro un gruppo di ragazzi che consiglia a Bush.

"Get a playstation", prenditi una playstation se vuoi giocare alla guerra. Ci sono le famiglie, le microorganizzazioni, come l'oratorio don Bosco di Cinecittà che si affida ai bambini per urlare incessantemente "vogliamo la pace, la guerra non ci piace" mentre su dei cartelli, infantili anch'essi nella fattura, ricordano: "Non ci sarà pace senza giustizia" e sotto rammentano a tutti le cifre della vergogna: i morti per fame, i bambini costretti a combattere eccetera. I cattolici sono parte essenziale e portante della manifestazione. La mobilitazione dei gruppi di base, delle associazioni è stata capillare. Gli scout, rigorosamente in divisa, sono arrivati da ogni punto del Paese, dalle grandi città e dai piccoli paesi. Un pacifismo etico e rigoroso che avvertiva: "La vera guerra è contro la miseria". Ed ognuno ha voluto dare il suo contributo a questa festa gioiosa che si è via via riempita di canti e di colori e di messaggi di ogni genere e così i no alla guerra si sono espressi in mille modi. Sono colorati i cento e cento gonfaloni dei Comuni con i loro sindaci in fascia tricolore. Sono colorate le facce con i simboli del pacifismo dipinti in ogni sfumatura e sono colorati gli striscioni fatti in casa. Di mille sfumature sono le impronte delle mani dei bambini della scuola materna di Fossono di Carrara che i loro maestri portano su uno striscione multicolore anch'esso.A ricordare il senso del lutto ci sono le donne in nero contro la guerra. La fantasia sembra veramente non avere limiti. Gli artisti dell'associazione Blaxus e dell'Accademia delle belle arti hanno disegnato ognuno una lettera che alla fine compone varie scritte.

"Un altare della pace" hanno scritto sotto l'altare della patria dove la marina militare fa il cambio della guardia. Padre e figlio vengono da Napoli e girano fianco a fianco e non solo per amore paterno o filiale ma perché anche loro hanno un messaggio da mandare. Sulla maglietta del genitore c'è disegnato un carro armato e la scritta: "A te ti piace la guerra", su quella del bambino si vede una splendida aurora con a scritta "a me mi piace la pace". Sgrammaticato ma suggestivo. E poi le famiglie, con passeggini, carrozzine, cani al guinzaglio ed ognuno con una bandiera arcobaleno, uno straccetto di Emergency (il bianco di Gino Strada è andato alla grande fra i manifestanti), una scritta come quella di Margherita che sul suo passeggino dice a tutti "io voglio vivere in pace con tutti i bambini del mondo". Altri invece se ne vanno a spasso con le foto dei bambini iracheni dopo i bombardamenti dell'ultima guerra mentre in tanti, tantissimi ballano ai ritmi ska o rap che partono dai Tir dei Disobbedienti. E chi non aveva una bandiera ha preso la sciarpa, rossa, e su l'ha attaccata su un rametto raccattato chi sa dove. Una somma di messaggi diversi e incalcolabili che alla fine dà vita alla più grande manifestazione per la pace che abbia mai attraversato Roma e che fa dire a Pietro Ingrao, mentre dal palco si alternano le testimonianze di popoli in guerra: "Una cosa così non l'ho mai vista".

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da CNN: Anche a New York, nonostante la manifestazione sia stata vietata, 100000 persone manifestano.

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da CNN Italia, 15 febbraio 2003,ore 16:21

Pace: a Roma tre milioni in un corteo lungo 10 chilometri
La testa è arrivata, ma la coda non si è ancora mossa
La sfilata dei manifestanti ha superato il Colosseo

ROMA- E' lungo più di 10 chilometri il corteo dei manifestanti per la pace che sta sfilando nelle strade di Roma. Attorno alle 15.30, la testa del 'serpentone' ha raggiunto il punto di arrivo della manifestazione, a piazza San Giovanni. La coda del corteo, intanto, è ancora ferma a piazzale Ostiense, in attesa di partire. In pratica, i manifestanti avrebbero occupato tutto il percorso della manifestazione, una distanza pari a circa 10 chilometri.

Piazza San Giovanni è già gremita di persone: appare dunque difficile immaginare come la folla possa 'sciamare' dalle principali arterie della capitale che ancora occupa. Va infatti precisato che molti manifestanti hanno deciso di non unirsi sin dalla mattina al corteo, preferendo attenderne l'arrivo nella piazza, sede tradizionale del concerto del Primo maggio. Gli organizzatori 'sparano': a Roma in piazza tre milioni

La 'geografia' della marcia Secondo gli organizzatori, che azzardano, nella capitale sarebbero convenuti tre milioni di persone. La cifra eguaglierebbe quella dichiarata dalla Cgil per la manifestazione dello scorso 23 marzo contro la politica del governo e, particolarmente, contro la riforma dell'articolo 18.

La folla che ha invaso le strade della Capitale 'combatte' per la pace Il corteo per la pace di Roma, promosso dal Forum sociale europeo, è partito sabato mattina con più di due ore d'anticipo. La partenza era stata fissata per le 14, da piazzale Ostiense, ma le autorità hanno imposto il via prima del previsto per motivi di ordine pubblico. Già alle 11.30, infatti, la testa del corteo - migliaia e migliaia di persone aveva letteralmente riempito ogni metro della piazza punto di partenza della manifestazione. Il corteo per la pace con le bandiere dell'arcobaleno è stato aperto dagli esponenti del Social Forum europeo, seguiti subito dopo da curdi e iracheni. Tutti hanno marciato all'insegna dello slogan "No alla guerra senza se e senza ma".

La gente è iniziata ad affluire a Roma sin dalle prime ore della mattinata, arrivando in treno - ne sono giunti circa una trentina -, in pullman o con mezzi propri. I partecipanti: circa 400 associazioni laiche e religiose, partiti e sindacati Alla manifestazione hanno partecipato 400 sigle, tra associazioni laiche e religiose, partiti e sindacati. I movimenti politici, che hanno aderito con piattaforme proprie, sfileranno in coda al corteo e non parleranno dal palco. Gli organizzatori hanno infatti dichiarato a CNN Italia di avere scelto di dare voce al popolo, alla gente comune che racconterà al popolo della pace, dal palco di piazza san Giovanni, le proprie esperienze di vita sulla guerra.

Per tenere a bada la folla sono state mobilitate le forze dell'ordine. Le strade romane saranno pattugliate da circa duemila poliziotti, carabinieri e vigili urbani, equipaggiati con cani antiesplosivo. Previste operazioni di bonifica di tombini e condutture. Sarà destinata particolare cura al controllo di cassonetti e cestini posti lungo il percorso del corteo. I punti più delicati - l'ambasciata statunitense e i Palazzi della politica - saranno protetti da transenne.

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Da Reuters 15 febbraio 2003 ore 15.34
In milioni a Bush: "Dai una chance alla pace"
Di Paul Majendie

LONDRA (Reuters) - Milioni di dimostranti sono scesi oggi nelle strade di tutto il mondo per spingere gli Stati Uniti a dare una chance alla pace e non correre in guerra contro l'Iraq. Nella più grande manifestazione di "People Power" dalla guerra del Vietnam, i pacifisti dall'Antartico all'Islanda prendono le distanze dalle istanze belliche del presidente Usa George W. Bush. "Guardo a Bush e vedo Hitler", proclama lo striscione di un dimostrante a Sofia. "Tutto il mondo è contro questa guerra. Solo una persona la vuole", dice il teenager musulmano Bilqees Gamieldien mentre protesta a Città del Capo in Sudafrica.

"Quello che stanno facendo gli Stati Uniti è sbagliato. Siamo sull'orlo della terza guerra mondiale", dice la casalinga giapponese Mariko Ayama nel corteo di Tokyo. Lo striscione di un manifestante russo a Mosca mostra una fotografia del presidente Usa con la scritta: "Macellaio, fuori dalla terra degli altri". Più di 600 città in tutto il mondo dovrebbero vedere oggi sfilare i manifestanti, confortati dalle parole del capo degli ispettori Onu sugli armamenti in Iraq, Hans Blix, che ieri al Consiglio di sicurezza ha detto che il lavoro dei suoi uomini sta funzionando. Le manifestazioni hanno dato slancio anche alla causa dell'Iraq.

Il vice primo ministro iracheno Tarek Aziz, oggi in visita alla tomba di San Francesco ad Assisi ha detto: "Il popolo iracheno vuole la pace e milioni di persone nel mondo stanno manifestando per la pace, lasciateci quindi lavorare per la pace e resistere alla guerra". I messaggi pacifisti sono stati lanciati prima in Nuova Zelanda, Australia ed Estremo Oriente, per essere raccolti qualche ora dopo dall'Europa. A Londra migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per un corteo che dovrebbe attrarre oltre mezzoo milione di persone nella più grande manifestazione per la pace della storia britannica.

La polizia tedesca si aspetta più di 100.000 dimostranti nel centro di Berlino. "Non abbiamo visto niente di simile in Germania dagli anni '80", ha detto Malte Kreutzfeldt, uno degli organizzatori. Oltre un milione è la cifra che il Forum sociale europeo dà per il corteo di Roma, che raccoglie adesioni da militanti di sinistra e da movimenti cattolici di base.

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Da RAI NEWS 24, 15 febbraio 2003 ore 15
Suona l'allarme

Campidoglio Roma, Ore 15, piazza san Giovanni: suona l'allarme, tutti, in silenzio per un minuto circa, ascoltano. E' questa l'azione dimostrativa che gli organizzatori del corteo per la pace hanno attuato per simulare cosa si proverebbe in caso di attacco aereo. Piazza San Giovanni, già piena, ha ascoltato in silenzio. La sirena è stata ripetuta in simultanea per l'intero percorso del corteo attraverso altoparlanti. Organizzatori: 3 milioni Secondo le ultime stime sono tre milioni le persone che stanno partecipando al corteo per la pace a Roma. La cifra è stata fornita dagli organizzatori della manifestazione. Cofferati: non si risponde alla follia con la follia La stragrande maggioranza degli italiani è contro la guerra, sono sempre stati determinati contro il terrorismo e sanno che "si combatte con strumenti diversi da quelli della guerra": è quanto ha affermato Sergio Cofferati durante la manifestazione per la pace sottolineando che "gli italiani non hanno mai avuto dubbi e si sono sempre comportati con determinazione contro il terrorismo". "I terroristi - ha detto Cofferati sono folli che uccidono degli inermi. A questa follia - ha sottolineato l'ex leader Cgil - non si può rispondere con un'altra follia che uccide altri inermi."

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da La Stampa del 15 febbraio ore 14
In piazza a Roma un milione per la pace

ROMA . Ci sono tutti i colori del mondo per le strade di Roma. Arrivano dai vicoli, colorano le piazze, si affacciano dai balconi e a volte osano colorare perfino le statue, il marmo, i monumenti della capitale. Sono le mille bandiere che oggi, nel giorno dell' arcobaleno e della pace, stanno sfilando nell' immenso, enorme corteo per dire no alla guerra, no al conflitto in Iraq.Ci sono le bandiere rosse della Cgil, dei Ds, di Rifondazione comunista. Poi i tanti vessilli dei sindacati di base e dei Cobas. Indietro poche, ma assolutamente significative, le bandiere bianche di Emergency, le bandiere di Gino Strada, il medico che della sua vita ha fatto una testimonianza contro la guerra. E poi ci sono gli stendardi a lutto delle «Donne in nero», le donne di tutte le nazionalità che da sempre si battono contro la barbarie delle armi e della guerra.

C' è anche la bandiera bellissima, raffinata, ricamata a mano con fili di seta del Tibet, che viene brandita da un gruppo di monaci, in ricordo dell' oppressione cinese, di un' altra guerra che ora vogliono ricordare con quei delicati colori.Poi vedi spuntare le bandiere di altri popoli che della guerra purtroppo ne hanno fatto vita quotidiana: i colori della Palestina, i colori dei curdi. Qualcuno si trascina dietro bandiere consunte buone per tutte le manifestazioni: quelle di Che Guevara. C' è perfino chi osa una bandiera delle bandiere, un immenso vessillo fatto come un puzzle dai colori di altri stendardi. Poi ci sono le bandiere dei partiti, quelle gialle di Legambiente, ancora quelle gialle degli «Iracheni in Italia», l' immenso striscione rosa della «Casa internazionale delle donne» che dice «Noi osiamo la pace», la loro ultima provocazione femminista.

Ma su tutte queste bandiere una oggi ha prevalso, e le ha unificate in tutti i suoi colori: lo stendardo della pace con i colori dell' arcobaleno, quei colori che i manifestanti hanno declinato in mille maniere. Non solo sulle bandiere, ma anche sulle sciarpe, i cappelli, calze e guanti, in improbabili cappelli di gommapiuma ideati da un gruppo di volontari di Spino D' Adda (Cremona), in incredibili foulard rigorosamente «fatti in casa». Perchè oggi è questa la bandiera di tutte le bandiere, quella che va a ruba dei banchetti degli abusivi soddisfatti degli affari, quella che i manifestanti di ogni età, di ogni colore indossano a dimostrazione della loro volontà di pace. «Oggi c' è il sole, ma credo che la luce più intensa venga da queste bandiere, dai volti di uomini, donne e ragazzi su cui si legge il desiderio della pace».

La parlamentare Rosy Bindi (Margherita) commenta così, lungo il corteo al quale partecipa accanto alla deputata del Pdci Maura Cossutta, la manifestazione di oggi. «Questa - spiega - non è una manifestazione contro nessuno, se non contro il terrorismo e la guerra. È una manifestazione affinchè coloro che devono prendere decisioni sappiano interpretare il desiderio dei loro popoli». Ai cronisti che le chiedevano un commento sulla mancata diretta della Rai, Bindi ha risposto: «Si commenta da sola. Un servizio pubblico che non vuole far conoscere l' opinione di milioni di persone si commenta da sè ».

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da L'Unitaonline del 15 febbraio ore 12.30
Roma, la più grande manifestazione dell'umanità:
«Insieme si può»

di red. La definizione è di Giovanni Berlinguer: «La più grande manifestazione dell'umanità». L'esponente diessino non si riferisce solo al corteo romano, naturalmente. Ma pensa ai milioni e milioni di donne e uomini che in tutto il mondo, quasi contemporaneamente, sono scesi in piazza per chiamare la pace, per fermare la guerra.

Si è mosso con più di due ore di anticipo sull'orario previsto il gigantesco corteo per la pace di Roma. Alle 11,15 i primi gruppi sono partiti da piazzale Ostiense, già strapieno. Ma è tutta Roma ad essere invasa dal popolo della pace, dal Colosseo a piazza di Spagna, da piazza del Popolo a piazza del Parlamento, cortei grandi e piccoli si spostano, si aggregano e si dividono. Più di un corteo sarà un'occupazione pacifica, una grande macchia con i colori dell'arcobaleno.

Ci sono i boy scout, ma anche un gruppo della polizia provinciale di Lodi. Gli striscioni non si contano. «Il sogno di Bush è l'incubo del mondo» recita uno, e quello portato da un gruppo di curdi con le bandiere gialle e verdi porta il nome di Ocalan, il leader imprigionato in Turchia. Impossibile. Dunque dire, quanti siano. Certamente il milione previsto dagli organizzatori in piazza c'è già, e altri si aggiungeranno con il passare delle ore.

Questi alcuni degli striscioni visti qua e là: «Pane non bombe», il Social Forum di Torino scrive «Licenziamo la guerra, estendiamo i diritti», il Centro donne bresciane porta una grande scritta contro Bush e Berlusconi, «Il grande dittatore e il suo apprendista». La Tavola della Pace porta in strada una bandiera lunghissima, forse cinquanta metri, con i colori della pace, portata dai boy scouts. Lega Ambiente ammonisce: «Guerra preventiva, mondo alla deriva». E c'è anche uno strano gruppo, fatto dal Movimento palestinese per la democrazia e la cultura e dalla rete degli ebrei contro l'occupazione che porta una scritta piena di buonsenso: «Insieme si può».

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da La Repubblica del 15 febbraio ore 10.30
Sì alla pace no alla guerra. Il mondo sfila in corteo
La prima manifestazione della giornata a Melbourne
E sarà il Canada a chiudere i raduni pacifisti
Fortissima la mobilitazione nelle capitali europee

ROMA - Sventola in oltre 300 città del mondo la bandiera della pace. In tutti i continenti, nessuno eslcuso. Si è alzata con il sorgere del sole a Melbourne, in Australia, la prima città dove oggi migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro la guerra. E verrà ammainata in Canada dove si svolgerà l'ultimo corteo della giornata.

Nelle capitali europee la mobilitazione è fortissima. A Berlino oltre centomila manifestanti stanno dando vita a due cortei che dall'est e dall'ovest della città convergeranno intorno alla centralissima colonna della Vittoria, al parco Tiergarten. A Londra sono attese tra le 500 mila e il milione di persone, per quella che si annuncia come la più grande manifestazione pacifista della storia britannica. In centomila anche a Parigi, ma è tutta la Francia a mobilitarsi, con manifestazioni previste in decine di cittadine. Affluenza record in Grecia, dove sull'Acropoli di Atene fin dalla mattina campeggiava uno striscione gigantesco che recitava "Sì alla pace, no alla guerra. La guerra dà profitti agli imperialisti e fa male ai popoli". A Mosca invece solo uno sparuto gruppo di persone, non più di trecento, ha sfidato il gelo per partecipare alla manifestazione indetta dall'opposizione comunista. La Spagna attende il pomeriggio inoltrato per scendere in piazza: i cortei di Barcellona e Madrid partiranno alle 18.

E nel tardo pomeriggio anche a Tel Aviv, in Israele, sarà inscenata una protesta contro la guerra su iniziativa di gruppi ebraici e arabi della sinistra radicale, mentre alcune migliaia di manifestanti stanno già cominciando a sfilare nel centro del Cairo, in Egitto. Ma è tutto il Vecchio Continente a scendere in piazza contro la guerra: Bruxelles, L'Aja, Vienna, Lisbona, Berna, Copenhagen, Stoccolma, Oslo, Dublino, Reikyavik, Sofia sono solo alcune tra le 105 città europee che vedranno sfilare i manifestanti. Per quella che si annuncia come la più grande mobilitazione pacifista dai tempi della guerra nel Vietnam. Il là alla giornata internazionale della pace l'ha dato l'Australia. A Melbourne centomila pacifisti hanno sfilato nelle strade mentre in Italia era ancora notte. Alcune migliaia di persone si sono ritrovate davanti al parlamento di Wellington, in Nuova Zelanda, e altrettante sono sfilate per le strade di Auckland, dove Greenpeace ha fatto volare un aereo che trascinava uno striscione con la scritta "No alla guerra. Ora la pace".

E piano piano anche tutta l'Asia si è svegliata: a Giakarta un piccolo drappello di medici e infermieri è sceso in piazza per dire no alla guerra contro l'Iraq. Circa 2.000 i pacifisti nella capitale sudcoreana Seul, mentre in 3.000 hanno manifestato davanti all'ambasciata Usa di Bangkok. In Malaysia - paese a grande maggioranza musulmana - hanno sfilato in duemila, sfidando il divieto imposto dalla polizia nella capitale Kuala Lumpur. Fra i manifestanti anche diversi cittadini americani, australiani e belgi che hanno partecipato al corteo braccio a braccio con i malaysiani. E gruppi di dimostranti si sono infine radunati a Hong Kong, davanti ai consolati di Usa e Gran Bretagna. In Giappone un corteo di circa 25.000 persone è sfilato ieri sera nel centro di Tokyo e oggi alcune decine di persone hanno portato davanti all'ambasciata degli Stati Uniti - dove da oltre un mese è in corso un sit in di protesta - uno striscione che proclama: "Noi siamo con la vecchia Europa, dove la guerra non è una soluzione".

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"La giostra della Pace" Sabato 15 febbraio diretta tematica su Rainews24

Roma - 13 febbraio 2003 - Rainews 24 realizzerà una diretta tematica, "La Giostra della Pace" in coincidenza con le manifestazioni che si svolgeranno il 15 febbraio 2003 in tutto il mondo a favore di soluzioni pacifiche della crisi irachena. La lunga programmazione del canale di informazione multimediale della Rai inizierà prima dell'alba del 15 per terminare a notte fonda del giorno stesso. Intervallato dai consueti notiziari ogni mezz'ora il palinsesto del canale sarà interamente dedicato, con rubriche e approfondimenti, ai temi della guerra e della pace con immagini provenienti da tutte le città che saranno teatro delle manifestazioni. La cronaca della giornata partirà dalla Nuova Zelanda e dall'Australia, proseguirà con notizie e immagini dall'Asia, poi dal Medio Oriente e quindi dall'Europa, illustrando tutte le manifestazioni, compresa quella di Roma. Si proseguirà fino all'America Latina, il Canada e gli Stati Uniti d'America. I materiali più significativi trasmessi durante la diretta tv-sat troveranno spazio in uno speciale web dedicato a "La giostra della Pace", all'interno del quale sarà comunque disponibile per tutto il 15 febbraio lo streaming live del canale tv.

La RAI 1 2 3 ha negato la diretta; RAI NEWS 24 invece trasmette questo speciale sullla festa della pace sul mondo.
Che dire! Grazie, come sempre, a Roberto Morrione ed a tutta la redazione per il coraggio e la corretta informazione!

L'Osservatorio

 

Anche su Radio Radicale la diretta da Roma (per chi ha Real Player)