21 settembre 2003

 
     

FILIPPINE: RAPPORTO OMCT SU TORTURA, DONNE E BAMBINI

Casi di tortura a partire dal 2001, situazione dei bambini di strada e traffico di donne costituiscono i temi principali di una forte denuncia contenuta in un rapporto presentato dall’Omct (Organizzazione mondiale contro la tortura) in collaborazione con altre organizzazioni non governative (ong) al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Secondo il documento, sono almeno 88 le persone torturate dall' anno dell’ascesa al potere dell’attuale presidente Gloria Macapagal Arroyo, ma molti altri potrebbero aver subito la stessa sorte senza che se ne sia mai saputo nulla. L’Omct sottolinea che i torturatori sono per lo più componenti delle forze armate.

La ricerca mette inoltre in evidenza le continue minacce e persecuzioni alle quali sono sottoposti giornalisti e difensori dei diritti umani: dal 1986, per esempio, sono stati assassinati 43 operatori dei media e a tutt’oggi nessuno di questi casi è stato risolto.

L’Omct si è poi soffermata sulla situazione dei bambini di strada nelle Filippine, rilevando che molti di essi vengono posti in stato di fermo e reclusi senza che sia spiccata alcuna precisa incriminazione nei loro confronti. Bambini di otto anni, specifica il rapporto dell’Omct, si ritrovano incarcerati in piccole celle senza letto, mobilio, docce né servizi igienici, e vengono sottoposti a torture e maltrattamenti. Inoltre, denuncia la ong con sede in Svizzera, alcuni minori sono rimasti vittime di esecuzioni sommarie, soprattutto nell’isola meridionale di Mindanao, da parte dei cosiddetti ‘squadroni della morte’, che avrebbero ucciso oltre 150 persone negli ultimi sette anni.

Oltre al problema dei bambini di strada, le autorità di Manila hanno a che fare con quello del traffico di donne: tra le venticinquemila e le trentacinquemila filippine restano vittime, ogni anno, del traffico di esseri umani. Alcune di esse finiscono per essere ‘esportate’ in vari Stati del sudest asiatico o in Occidente. L’Omct sostiene che, quando le prostitute filippine sono fermate di venerdì, sono costrette a rimanere in prigione per tutto il fine settimana, anche se sarebbero potute uscire poche ore dopo, perché di sabato e domenica i magistrati non lavorano. Spesso, in situazioni come queste – denuncia ancora l’Organizzazione – le donne finiscono per essere abusate e violentate.

L’Omct sollecita perciò le autorità filippine a indagare sui casi di tortura, a portare in tribunale i colpevoli di questi reati e ad adottare le misure necessarie per impedire il ripetersi delle violazioni dei diritti umani.

da MISNA 21 ottobre 2003

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