6 agosto 2003

 
     

Australia: aborigeni e governo
contro alcool e violenza

di SDA-ATS

SYDNEY - Una «partnership paritaria» fra le comunità indigene australiane e il governo federale, per affrontare i difficili problemi sociali legati ad abuso di alcool, violenza domestica e dipendenza dallo stato. È quanto chiedono i leader aborigeni delle remote comunità del nord del continente, che il premier conservatore John Howard ha visitato negli ultimi due giorni. Howard, che oggi ha annunciato una serie di misure del costo di quasi due milioni di euro per promuovere le imprese aborigene e per aiutare le famiglie ad amministrare meglio le proprie finanze, si è detto a favore di ogni iniziativa che renda le genti indigene più responsabili del proprio benessere economico.

Il leader aborigeno locale Noel Pearson, noto per la sua condanna del 'welfare passivò e dell'abuso di alcool, ha detto che la sua gente non si aspetta che il governo risolva da solo i problemi. «Abbiamo bisogno del governo, di poterci appoggiare sulla spalla del governo, nel lavoro che facciamo», ha detto.

Le relazioni di Howard con la popolazione indigena sono state molto tese nel passato, per il suo rifiuto di chiedere scusa per le ingiustizie sofferte dagli aborigeni in passato, e questa è la sua prima visita nella penisola di Capo York, all'estremo nord. Howard ha incontrato i leader della regione nella cittadina di Aurukun, conosciuta per gli alti livelli di violenza indotta dall'alcool. Ma da quando sono state introdotte restrizioni più severe lo scorso gennaio, in gran parte per iniziativa di Noel Pearson, l'ubriachezza pubblica è scomparsa, la violenza è diminuita, il 'medico volantè viene chiamato meno spesso per raccogliere vittime di aggressioni e la frequenza scolastica è migliorata.

Pearson ha fatto appello all'Australia bianca e a quella indigena perchè mettano da parte le differenze, che hanno alimentato le battaglie per il diritto alla terra e le accuse di razzismo, per combattere i grandi problemi sociali che si trovano di fronte le comunità nere. «A che servirebbe riavere indietro la nostra terra, se la nostra società si è disintegrata?» ha domandato.

I 400 mila aborigeni e isolani dello stretto di Torres rappresentano il 2 per cento della popolazione di 20 milioni e restano di gran lunga il gruppo più svantaggiato, con un'aspettativa di vita di 20 anni meno del resto degli australiani e con tassi assai più alti di disoccupazione, incarcerazioni e di dipendenza dalla sicurezza sociale. Particolarmente allarmante la diffusione della violenza domestica: secondo una recente ricerca in Queensland, le donne aborigene ne sono vittime 45 volte di più delle altre.

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