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PENA DI MORTE
di red*

L'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus combatte la pena di morte.

Una delle ragioni - la piu' universalmente condivisibile - e' che l'amministrazione della giustizia puo' subire gli effetti di molti fattori che possono renderla ingiusta. Fra questi, leggi che non diano adeguate garanzie per gli indagati prima e per gli imputati poi, o che viceversa imbriglino o rendano condizionabili le decisioni dei magistrati. Ma un giudizio puo' essere anche inficiato da false testimonianze o errori umani. Il problema sussiste sia nei Paesi totalitari o che stano costruendo il loro sistema giudiziario o che si rifanno a leggi tribali o religiose per plasmare il proprio ordinamento, sia nei Paesi occidentali.

E' ovvio il rischio che nei Paesi totalitari corrono gli oppositori al regime o alla morale prevalente, ma anche nei Paesi in 'ricostruzione', come Iraq e Afghanistan, dove vige la pena di morte, nulla e' stato ancora pensato e organizzato per garantire un regolare svolgimento del processo. Vi sono alcuni che, pur avendo commesso omicidi a volte crudeli, abusi, torture, godono della piu' grande impunita' o rischiano a malapena qualche anno di prigione. Altri invece sono alla merce' dei propri nemici, di false testimonianze che in un dopoguerra e' molto difficile verificare, soprattutto se non vi sono punizioni adeguate per chi le rilascia.

Ma anche molte persone che erano state condannate a morte in quegli Stati degli USA dove vige la pena di morte sono state poi riconosciute innocenti con una revisione del processo nel quale non erano state adeguatamente rappresentate dalla difesa o avevano subito pregiudizio da altre cause.

Chiunque potrebbe essere vittima di un errore giudiziario. Inoltre, se lo Stato uccidesse ingiustamente quale differenza ci sarebbe fra le vittime di quegli aguzzini che si vorrebbe condannati a morte da un tribunale e le vittime di un errore di quella stessa giustizia?

D'altro canto - anche secondo la legge italiana - la pena puo' e deve essere anche occasione di rieducazione, per chi fosse stato invece vittima di una educazione o di un ambiente sbagliato, o di circostanze negative o di un momento di follia, o si penta delle sue azioni. Per non parlare di alcuni che si sono pentiti di aver commesso un omicidio ed hanno poi donato la vita agli altri, o casi come le decine di migliaia di giovinetti africani che vengono terrorizzati, plagiati e costretti a fare i bambini soldato, compiendo poi efferatezze di ogni genere.

Vi sono vittime dell'odio generato dalla vendetta per un delitto commesso verso una persona a loro cara e magari sfruttato da abili manipolatori di menti. Vi sono vittime del fanatismo indotto pero' da terzi. Vi sono persone con problemi seri esasperati dalla derisione altrui che spinge a volte all'omicidio. Vi sono persone che agiscono sotto l'impulso di livelli abnormi di ormoni e quindi non sono del tutto responsabili delle proprie azioni, ed infatti in alcuni Paesi non vengono sottoposti a misure restrittive della liberta' se accettano di essere sottoposti alla castrazione chimica.

Pochi uccidono per il puro gusto di uccidere o per scelta convinta e torturano per piacere e per cattiveria senza pentirsene mai. E di questi pochi, per quanti potremmo garantire che ne sia stata accertata inequivocabilmente e senza ombra di dubbio la colpevolezza? Ed anche se fossimo certi matematicamente della colpevolezza, ferocia e inemendabilita' di qualcuno, perche' limitarci ad uccidere con un'iniezione o la ghigliottina o un plotone di esecuzione il colpevole? Perche' non infliggergli le stesse sofferenze da lui inflitte alle sue vittime?

Forse perche' lo Stato non puo' scendere allo stesso livello di un criminale, di un pazzo o di una persona accecata dal dolore, altrimenti non sarebbe piu' credibile come dispensatore di pene e sanzioni...

Altre considerazioni meno laiche sul rispetto per la vita - variamente considerato in diverse culture e suscettibile in questo caso di un richiamo al biblico "occhio per occhio, dente per dente" - non le sfioriamo nemmeno.

* Le Faq intendono rispondere alle domande piu' comuni dei nostri lettori sulla visione generale dell'Osservatorio rispetto agli aspetti fondamentali riguardanti i temi ricadenti nel nostro ambito d'azione

Speciale pena di morte

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