Osservatorio
e Tav No Tav
di Rita Guma*
1 - La nostra
associazione puo' e deve occuparsi, per legge e per statuto, SOLO di legalita'
e diritti civili. Difendiamo percio' il diritto dei cittadini della Val
Susa alla vita, a riunirsi pacificamente, a muoversi liberamente su terreni
che non siano proprieta' privata o espropriati, ad esprimere il proprio
pensiero e a rivendicare il diritto alla salute.
Abbiamo denunciato il poco spazio che i media nel tempo hanno dato alla
vicenda, non parlandone affatto o dando solo una versione dei fatti ed
omettendo (quasi ovunque) argomenti gravi e decisivi come la presenza
di amianto e uranio nelle montagne da scavare per far passare il Tav e
abbiamo denunciato la scorrettezza mediatica di attribuire senza alcuna
prova a chi protesta gli ordigni trovati o minacce anonime.
Denunciamo poi gli aspetti relativi alla corruzione o i conflitti d'interesse
nascosti o i voltafaccia palesi dei politici.
Peraltro denunciamo anche gli eventuali eccessi dei cittadini (come nel
caso delle spese proletarie), perche' illegali - anche per la Corte dei
diritti dell'uomo - e lesivi dei diritti di altri.
Non e' nostro compito - e non possiamo farlo perche' usciremmo dai limiti
che la legge ci impone - fare o riportare analisi economiche o ambientali
o di giustizia sociale.
2 - In una
democrazia rappresentativa, le diverse scelte non vanno discusse ad alto
livello con la popolazione locale. Sarebbe la paralisi e la contraddizione
del meccanismo elettivo. Solo questioni riguardanti i meccanismi democratici
e i diritti di tutti (variazioni della Costituzione o dell'ordinamento
giudiziario o delle leggi elettorali), vanno discusse nell'intera societa'
civile, perche' rimettono in discussione le regole fondamentali del patto
democratico.
Per le altre questioni, in una democrazia rappresentativa come quella
italiana, ciascuna comunita' locale o gruppo di interessi diffusi - minoranza
o maggioranza che sia - puo' eleggere chi meglio rappresenta i suoi interessi,
puo' esporre ai suoi eletti problemi e istanze, e via via questi li trasferiranno
ai livelli superiori. In tal modo, se l'interesse di un gruppo minoritario
contrasta con quello del resto della collettivita' e non e' ragionevolmente
accoglibile da quest'ultima, esso non blocca l'intera societa' in cui
si vive.
Si badi bene, sto parlando di interessi, non di diritti. Per i diritti
anche il singolo va difeso nei confronti dell'intera nazione. Anche se
da' fasidio a tutti o se non ha amici che lo difendano in alto loco, la
legge impone a tutti di rispettare i suoi diritti fondamentali e costituzionali.
Quindi il problema sono gli eletti che ciascun gruppo-comunita' sceglie.
Certo i cittadini hanno diritto di denunciare chi tradisce le aspettative
o le promesse, hanno diritto di manifestare e di chiedere piu' informazione,
hanno diritto - laddove ve ne siano i presupposti - di ricorrere ai vari
gradi della giustizia amministrativa o penale o dei diritti dell'uomo
(comprese le Corti europee, che non e' affatto detto si allineino con
le decisioni dei vari organismi UE) per ottenere giustizia, ma hanno lo
strumento del voto per eliminare chi ha occupato immeritatamente le stanze
del potere.
3 - La giustizia
sociale non va confusa con la giustizia, e le proprie convinzioni con
i diritti. Ad esempio, la difesa ambientale puo' essere attuata a tutto
campo (nel qual caso la costruzione di ogni fabbrica, palazzo, strada,
auto o porto potrebbe essere controproducente) o per nulla (cementificazione
selvaggia) o con delle mediazioni in cui le percentuali di attenzione
al paesaggio ed allo sviluppo variano a seconda della 'ideologia' della
classe dirigente e quindi della maggioranza elettorale che l'ha espressa.
Questa e' democrazia.
Noi possiamo denunciare la scarsa informazione sulle posizioni delle varie
parti in causa o sui fatti oggettivi, le collusioni, i conflitti d'interesse
e gli interessi privati nelle opere in questione, gli effetti criminogeni
o personalistici di una legge - ed e' appunto cio' che facciamo qui -
tuttavia dobbiamo rispettare le scelte democratiche, siano esse leggi
o scelte amministrative.
4 - Nel
caso del TAV, dunque, gli unici argomenti inconfutabili e validi a prescindere
dai numeri a favore o contro sono quelli dell'uranio e dell'amianto. I
quali, peraltro - sotto il profilo della comunicazione - non richiedono
pagine e pagine di dibattito, ma poche semplici parole.
La morte (di mille, cento, ma anche di uno) raffrontata con l'interesse
(reale o supposto - e non e' questa la sede per stabilirlo) anche di decine
di milioni di persone e' l'argomento che vince, a norma di legge, di Costituzione,
di Carta dei diritti dell'uomo ed anche di buonsenso. E se anche ai cittadini
italiani fosse indifferente (ma non lo credo) il rischio di vita per gli
abitanti della valle e della regione, ci sono sempre gli organismi UE
a cui ricorrere.
Ricordiamo solo che la Regione Piemonte e' gia' oggi quella a maggior
incidenza di tumori dovuti ad amianto in Italia, e questa non e' un'opinione,
ma un fatto, sintetizzato dall'immagine che segue, tratta dal sito del
ministero della Salute. In blu la regione a piu' alto rischio (cliccare
per ingrandire).

Cio' perche'
in quelle zone erano dislocate centrali per la lavorazione dell'amianto,
presente nelle montagne piemontesi in gran quantita' e buona qualita'
e utilizzato come materiale da costruzione quando se ne ignoravano gli
effetti.
Sono state presentate a tal proposito (anche da esponenti della maggioranza
di governo) alcune interrogazioni che si trovano sul
nostro sito.
Il 25 ottobre 2005 anche il Consigliere regionale del Piemonte, Marco
Botta, AN, incontrando il ministro della Salute Storace, ha sottolineato
che "quello dell’amianto è un problema di primaria rilevanza... Il
mesotelioma è infatti una neoplasia letale... In Piemonte le province
di Alessandria e di Torino... presentano da tempo un’elevata incidenza
di mesotelioma maligno”.
Il ministro Storace, AN, ha risposto che “Bisognerà dare grande risalto
ai materiali e ai metodi . Diventerà pertanto essenziale attuare ed individuare
una serie di interventi mirati”.
Occorre
anche ricordare che, secondo il ministero della salute, "la pericolosità
dell’amianto dipende dal grado di libertà delle fibre, ossia dalla capacità
dei materiali di rilasciare fibre potenzialmente inalabili; la presenza
in sé dell’amianto, infatti, non è necessariamente pericolosa, lo diventa
qualora le fibre vengano sprigionate nell’aria, per effetto di qualsiasi
sollecitazione (manipolazione/lavorazione, vibrazioni, correnti d’aria
etc.)". In pratica cio' che si produce durante gli scavi per il traforo
e durante l'utilizzo successivo.
*presidente
Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus
Interventi
e articoli sul No Tav
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