COMUNICATO del 15 ottobre 2004

 
     

Andreotti , decisione della Corte di Cassazione
di Rita Guma

"Oggi voglio sottolineare la grande libertà dimostrata dai giudici della Cassazione: non perchè gli altri non lo siano, ma perchè in altre zone ho visto, in alcune udienze, dei condizionamenti che hanno poco a che fare con il diritto".

Lo ha detto Giulio Andreotti durante la conferenza stampa convocata per commentare la decisione della Corte di Cassazione che ha confermato per lui l'assoluzione sancita in Corte d'Appello a Palermo il 2 maggio 1980, ma anche la prescrizione dell'associazione per delinquere semplice per i reati contestati fino a quella data.

La sentenza della II sezione penale della Cassazione ha respinto infatti i ricorsi presentati dalla pubblica accusa e dalla difesa, confermando l'assoluzione dell'ex presidente del Consiglio - per 'insussistenza del fatto' - dall'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso per i reati contestati dal 1980 in poi.

Il commento a caldo del senatore era stato: "Ottimo". Molti commenti positivi anche da vari banchi dell'arco costituzionale. Tuttavia occorre ricordare agli illustri commentatori di questa sentenza che la Cassazione non puo' essere definita "libera" - come ha fatto il sen. Andreotti - solo quando conferma le assoluzioni dei maggiorenti.

Essendo essa costituita sempre dai medesimi consiglieri e strutturata allo stesso modo, e' da ritenersi libera sempre, anche quando conferma scelte a difesa dell'autonomia e della libera espressione dei magistrati, o politicamente impopolari perche' contrarie all'interesse di alcuni politici in particolare.

Ci sembra particolarmente importante ricordarlo, soprattutto in questo momento in cui sta per passare la riforma dell'ordinamento giudiziario voluta dal governo, la quale prevede anche modifiche per la Corte di Cassazione con riflessi non certo positivi.

Speciale Giustizia

I documenti, con le sentenze di Andreotti ed altri politici

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