COMUNICAZIONE del 06 settembre 2004

 
     

Fecondazione e aborto : una visione laica

Abbiamo ricevuto in questi giorni sollecitazioni a pubblicare le opposte posizioni sulla questione dell'aborto e della fecondazione artificiale ed anche appelli in un senso o nell'altro.

La nostra associazione e' - oltre che apartitica e indipendente - aconfessionale, raccoglie al suo interno persone con differente convizioni religiose ed anche agnostiche, unite dai valori di pace, rispetto dei diritti umani, giustizia, legalita' e liberta' d'informazione e di espressione.

Rispettiamo dunque tutte le posizioni religiose o ideologiche, esortiamo alla tolleranza, ma non prendiamo partito per nessuna di esse e non entriamo nel merito di un discorso che non ci compete, quello scientifico ed etico del momento d'inizio della vita umana nel ventre materno.

Probabilmente chi si rivolge a noi per divulgare tesi o materiale in difesa della vita prima della nascita interpreta il nostro rispetto per i diritti umani in modo estensivo, dato che per alcune religioni la vita comincia all'atto del concepimento. Ma noi difendiamo i diritti civili, cioe' quelli del cives, cittadino, gia' nato, e quindi titolare di diritti politici, ereditari, di adottabilita', etc, nonche' di responsabilita' in ordine alle proprie scelte e di partecipazione alla vita democratica del Paese attraverso il voto e l'istituto del referendum, laddove esistente.

Pur avendo formazioni culturali diverse che influenzano dunque la sensibilita' del singolo in ordine a queste delicate questioni ed ovviamente le sue scelte personali anche nell'ambito di una legislazione che lascia liberi di decidere, riteniamo che la laicita' dello Stato sancita dalla Costituzione sia sola garante dell'uguaglianza dei cittadini di qualsiasi (o nessuna) confessione religiosa di fronte ad esso ed una garanzia contro le guerre di religione.

Sarebbe auspicabile - certamente - anche una laicita' dalle ideologie e dalle lobby, in modo che ciascuno si ponga di fronte a ciascun problema con apertura mentale e buon senso, secondo la sua personale sensibilita' ed esperienza e senza condizionamenti, e ad agisca laicamente per quanto riguarda le scelte pubbliche, lasciando al proprio ambito privato scelte e comportamenti che diversamente risultano una imposizione e quindi una violenza su tutti gli altri.

Il presidente dell'Osservatorio

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