Enzo Baldoni : hanno spento una voce , parlino mille voci
L'uccisione di Enzo Baldoni, annunciata dalla TV Al Jazira e confermata dai funzionari della nostra ambasciata in Iraq che avrebbero visionato il filmato dell'omicidio, ci lascia attoniti, e speriamo ancora che vi sia un errore.
Che un gruppo di individui possa - in nome di un ricatto e di motivazioni piu' o meno giuste - uccidere una persona che non aveva nulla a che vedere con il potere e con le logiche spartitorie tipiche delle guerre coloniali, e chiamare in qualche modo in correita' un intero popolo - quello iracheno - ci sembra assurdo.
Non ci meravigliamo che i rapitori non abbiano tenuto conto delle Convenzioni di Ginevra sui diritti dei prigionieri e dei giornalisti - in un Paese dove non sembrano esserci regole ormai da decenni - ma del fatto che degli uomini abbiano praticato una vendetta su un perfetto innocente che per giunta era dalla parte dei deboli.
Baldoni, come anche il giornale per cui lavorava, hanno infatti sempre predicato la pace e presentato gli aspetti dell'Iraq che un messaggio omologato cerca di negare in quella che deve apparire a tutti i costi una guerra giusta.
Ci auguriamo che nessuno tenti di speculare sulla morte di Enzo Baldoni come si e' tentato di fare con le ultime ore del giornalista, ma ci crediamo poco.
Per parte nostra continueremo a lavorare con il nostro modesto ma volenteroso contributo di informazione e controinformazione, e non perche' "la vita continua", ma perche' crediamo che un giornalista che ha sempre cercato di contribuire a svelare le verita' nascoste non vorrebbe che l'informazione si fermasse per la morte di un giornalista.
Sarebbe troppo comodo e troppo facile per taluni che gia' cercano con ogni mezzo di chiudere la bocca al libero pensiero ed all'"altro aspetto" dei fatti...
Uomini senza nome e senza volto hanno spento brutalmente una voce libera. Che mille voci - commosse, arrabbiate, indignate - parlino.
il
presidente dell'Osservatorio
Rita Guma
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