COMUNICATO STAMPA del 9 marzo 2004

 
     

CUSTODIA CAUTELARE E DIRITTI UMANI: proposte concrete

Il premier Berlusconi, con la deformazione secondo la quale sono vittime solo quelle di eventuali errori giudiziari e non quelle - ben piu' numerose e certo incolpevoli - dei crimini commessi, agita nuovamente lo spauracchio della permanenza in carcere per i cittadini in attesa di giudizio.

Tuttavia il prolungamento dell'arresto avviene solo laddove esistono possibilita' che l'inquisito fugga, inquini le prove o peggio reiteri il reato, mentre viene invece fatto apparire come un odioso abuso dei magistrati per poter loro legare le mani in ordine a questa possibilita'.

In base alla presunzione d'innocenza, in realta', una riforma in buona fede dovrebbe prevedere l'introduzione di opportune cautele per salvaguardare i diritti del cittadino ed evitare che una custodia cautelare si trasformi in una pena detentiva.

Sul piano carcerario andrebbe ad esempio rivisto per i fermati in custodia cautelare il trattamento in ingresso ed evitato l'inserimento in prigione con detenuti gia' condannati. Sul piano procedurale andrebbero accelerati i processi di primo grado (e per fare cio' va aumentato l'organico in magistratura e potenziate le strutture).

Ma non ci sembra di ravvisare queste proposte - di tutela dei diritti dei singoli ma anche della sicurezza della collettivita' - nei piani di riforma governativi.

il Presidente dell'Osservatorio
Rita Guma

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