COMUNICATO del 26 gennaio 2004

 
     

L'Osservatorio sull'azione in CSM a difesa dei magistrati del pool e della magistratura

Con riferimento alle critiche all'azione dei consiglieri del CSM che hanno chiesto l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati di Mani Pulite e dell'onorabilita' della magistratura tutta, desidero precisare che:

1- l'affermazione secondo la quale il CSM, rispondendo alle gravi offese del premier aprirebbe un conflitto istituzionale, e' quantomeno originale, dato che il presidente del Consiglio ha attaccato la Magistratura e non viceversa;

2 - la considerazione che la risposta agli attacchi denigratorii (che non si possono ridurre a mere critiche) ai magistrati vada fatta in sede politica troverebbe un limite qualora nessuna forza politica si facesse carico di difendere i magistrati, il che e' talora avvenuto;

3- non riteniamo che tutti i magistrati siano laboriosi, adamantini e sereni nel giudizio, ma cio' puo' giustificare critiche argomentate, non linciaggi morali, tenuto conto anche che alcuni di essi, ancora in servizio, non hanno adeguate possibilita' di difendesi;

4- non sarebbe la prima volta che il CSM apre una pratica a tutela dei magistrati attaccati da politici. In particolare esso e' intervenuto nel 1994 e nel 1998 con due risoluzioni intitolate "Tutela dei magistrati nei confronti di attacchi denigratori", nelle quali sottolineava l'importanza di un intervento del CSM a difesa di magistrati attaccati da esponenti politici

Non credo infine che il Presidente del Consiglio, dotato di microfoni radiofonici e TV, testate, sedi parlamentari e non, avvocati e quant'altro per far sentire il proprio sprezzo per i magistrati (in tutto il mondo), abbia bisogno dell'ulteriore supporto dato da chi vuol fare tanti distinguo sull'azione dei consiglieri del CSM, mentre sarebbe ora che tutte le forse sedicenti democratiche e liberali del Paese cercassero di agire concretamente per tutelare le Istituzioni della Giustizia, al di la' dei giudizi sulle disfunzioni del sistema, peraltro in buona parte da attribuirsi al ministero della Giustizia e non ai magistrati.

Tutte queste pressioni politiche e psicologiche perpetrate dalla maggioranza costituiscono infatti una inaccettabile interferenza nella giurisdizione, ed il disegno sul riordino dell'ordinamento giudiziario approvato in Senato ne sara' la concreta attuazione.

il Presidente dell'Osservatorio
Rita Guma

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