COMUNICATO del 16 novembre 2003

 
     

Di seguito il contributo dell'Osservatorio sulla legalita' ONLUS al dibattito dell'incontro nazionale dei movimenti e girotondi del 15 e 16 novembre 2003 a Roma.

IL RUOLO DEI MOVIMENTI
E LE SCELTE DELLA POLITICA ITALIANA

La questione fondamentale oggi, a nostro avviso, non e' se l'opposizione sara' unita e se accettera' di inglobare esponenti dei movimenti dando loro un piccolo spazio decisionale ed elettorale, ma se la politica, dopo un periodo di oscurantismo etico - cominciato ben prima dell'inizio di questa legislatura - possa e voglia tornare a rappresentare i cittadini e le loro istanze, ridando dignita' alle Istituzioni parlamentari ed amministrative locali ed esprimendo rispetto per le altre Istituzioni.

Il problema e' se i partiti si impegneranno per eliminare i conflitti d'interesse, i candidati improponibili, le logiche di segreteria, gli inciuci parlamentari, le promesse elettorali non mantenute, per rimettere al primo posto la giustizia e la legalita', la liberta' e il pluralismo dell'informazione, la fedelta' alla prima parte della Costituzione, tutti punti condivisibili dal'elettorato di destra, di sinistra e moderato e tutte PRECONDIZIONI per qualsiasi altro discorso sulla scuola, sulla sanita', sul lavoro, sullo sviluppo.

Vogliamo ricordare che la protesta del Palavobis e delle prime manifestazioni girotondiste, quelle "non targate", anzi, addirittura disertate dai maggiori partiti dell'opposizione, era volta non solo a contestare alcuni provvedimenti in materia di giustizia ed informazione di questo governo, ma anche e soprattutto a chiedere ai politici - A TUTTI I POLITICI - un ritorno all'etica in politica.

Oggi invece molti movimenti - alcuni in buona fede, altri perche' dei partiti stessi sono emanazione - hanno gia' scelto di entrare in quello che dovrebbe essere il nuovo Ulivo e stanno solo discutendo sul "come", chiedendo ai partiti una propria partecipazione, che si tradurra' piu' che altro in una certa percentuale di candidature di esponenti dei movimenti.

Pertanto i movimenti risultano in partenza deboli nel proporre le proprie istanze ai partiti, ed inoltre hanno implicitamente rinunciato a rappresentare quella parte di societa' civile che non si riconosce e mai si riconoscera' nel centrosinistra, pur volendo difendere ed affermare i valori costituzionali.

C'e' quindi il rischio che quella che era una sacrosanta e trasversale protesta appaia come una azione di parte, o addirittura una "montatura" mediatica della sinistra per attaccare la Casa delle liberta' dalle piazze o che l'accordo dei movimenti con i partiti di opposizione appaia come una scorciatoia usata da alcuni per raggiungere quelle candidature personali che diversamente avrebbero ottenuto con molta difficolta'.

Per essere credibile ed ascoltata, a nostro avviso, la societa' civile - e quindi l'insieme di movimenti e girotondi - non dovrebbe schierarsi a priori ma dovrebbe subordinare il proprio consenso ai partiti ed ai candidati al recepimento delle istanze trasversali fondamentali per il vivere civile e democratico.

La societa' civile - proprio in quanto tale - deve essere elemento critico e di pressione, in perenne CONFRONTO con i partiti, che vanno costretti a cambiare metodi ed a tener fede ogni giorno ad un concreto impegno di cambiamento.

Il Presidente dell'Osservatorio
Rita Guma

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