NEW del 24 maggio 2006

 
     

Maurizio Saia , Rosy Bindi , la cdl e la famiglia
di Rita Guma

Se Maurizio Saia ha ragione e le persone che non hanno famiglia non dovrebbero occuparsi di famiglia, dovrebbero tacere i Vescovi, che ci bombardano un giorno si' e l'altro pure con le loro "verita'" su questo punto.

Per contro, tanti leader della cdl che invece di famiglie ne hanno piu' d'una (essendo loro o i loro coniugi divorziati risposati) non dovrebbero proporsi come paladini di etica cattolica, dato che questa di famiglia ne prevede un sola.

Personalmente, faccio parte in verticale e in orizzontale di una famiglia tradizionale doc, ma sono favorevole ai PACS. Non temo dalle forme familiari diverse (omo o etero) concorrenza per i miei diritti ne' - come madre e come educatrice - cattivi esempi per i giovani.

Temo molto invece per la nostra societa' il danno dell'ipocrisia e della violenza, anche quella delle parole, che siano aggressioni relative alla vera o presunta identita' sessuale dell'avversario o teorizzazioni su ipotetiche differenze fra esseri umani.

Per chi invoca sulla famiglia la protezione della Costituzione (art. 29 "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societą naturale fondata sul matrimonio... ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unitą familiare"), ricordo l'art. 3, che recita "Tutti i cittadini hanno pari dignitą sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

Questo vale per il diritto alle tutele della legge, per la possibilita' di vivere e realizzarsi in modo sereno anche negli affetti e per l'opportunita' di gestire - a parita' di capacita' gestionali - un ministero a prescindere dal fatto di 'tenere famiglia' o meno.

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