NEW del 29 marzo 2006

 
     

Afghano convertito e decisione del Consiglio dei Ministri
di Osservatorio

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicizzato oggi la decisione di accogliere la richiesta di asilo politico del cittadino Afghano convertito al cristianesimo, ma in realta' non spetta all'esecutivo accogliere le richieste di asilo politico ne' tale accoglimento e' subordinato alla sua accettazione.

A norma dell'art. 10 della Costituzione, "lo straniero, al quale venga impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica" e, in base alla Convenzione di Ginevra, sussiste il divieto assoluto di espulsione del rifugiato "verso le frontiere dei luoghi ove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate", condizione che va preventivamente verificata.

Esistono apposite commissioni che esaminano le richieste dei richiedenti asilo giunti in Italia e ne verificano la fondatezza. Nel frattempo viene fornito al richiedente asilo l'assistenza e la soddisfazione delle prime necessita'.

Il governo annuncia invece di aver "accolta all’unanimità la proposta del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari esteri, Gianfranco Fini, di dare ospitalità in Italia al cittadino afgano Abdul Rahman e ha preso atto con favore della sua intenzione di chiedere asilo nel nostro Paese, in considerazione delle finalità etiche e umanitarie che hanno connotato la sua vicenda e motivato la sua richiesta di accoglienza rivolta alla comunità internazionale attraverso le Nazioni Unite".

E' superfluo valutare come speculazione preelettorale la vicenda, che appare peraltro un'ingiustizia nei confronti di tutti gli altri richiedenti asilo a rischio espulsione ma che, non essendosi convertiti al cristianesimo, non possono essere usati per secondi fini politici.

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