NOTIZIARIO del 17 settembre 2003

Editoriale: Megalomania

da Arab News 17 settembre 2003, traduzione di Giulia Alliani per Bollettino Osservatorio

Le stranezze del premier italiano possono ancora suscitare qualche risatina fra i suoi sostenitori. Il paragone tra un parlamentare europeo e il guardiano di un campo di concentramento nazista, e il fatto di avere recentemente snobbato il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, quando era suo ospite all'opera, hanno suscitato poco imbarazzo nelle truppe del suo partito, Forza Italia.

La settimana scorsa Berlusconi ha cercato di sostenere la tesi per cui il dittatore fascista italiano Benito Mussolini sarebbe stato un bene per il Paese (ndt.: Berlusconi non ha detto proprio questo). La successiva marcia indietro del suo portavoce non e' riuscita a mitigare lo sdegno provato da molti Italiani che ricordano le guerre rovinose in cui Mussolini guido' il paese e le deportazioni degli Ebrei italiani nei campi di concentramento nazisti.

Si potrebbe notare che nel comportamento di Berlusconi si va manifestando una tendenza che suggerisce un aumento del disprezzo per le regole della politica e una certezza crescente a proposito della propria personale correttezza politica. Il premier italiano aveva gia' tenuto un comportamento dubbio, quando si era servito della maggioranza parlamentare in possesso della sua coalizione di governo per far passare leggi che proteggeranno lui e il suo impero mediatico da indagini, soprattutto per frode fiscale, che erano gia' in atto. Un brivido deve essere corso fra i suoi colleghi europei di fronte ad una inversione cosi' evidente del corso della giustizia di un paese.

Adesso si e' lanciato in una nuova battaglia, denunciando per diffamazione il leader del maggior partito di opposizione, Piero Fassino, che ha accusato il premier italiano di essere l'ispiratore di una campagna di sporchi trucchi che ha lo scopo di screditare gli avversari politici.

Normalmente, tutto questo sarebbe stato considerato semplicemente come dialettica politica. Nel passato gli Italiani hanno fatto dell'insulto politico una prassi normale. Cionondimeno, improvvisamente, il premier italiano, invece di scrollarsi di dosso l'accusa considerandola il frutto della retorica politica degli avversari, ha deciso di rivolgersi ai tribunali del suo paese per togliere ogni macchia dalla propria reputazione.

Il chiaro pericolo in tutto cio' sta nel fatto che il potere giudiziario possa essere trascinato dentro a questioni che riguardano solo i legislatori. L'indipendenza della magistratura e' gia' stata compromessa dalle leggi incaute che proteggono dai processi Berlusconi e il suo impero mediatico. Adesso ai giudici viene chiesto di decidere su una faccenda che avrebbe dovuto essere lasciata al giudizio degli elettori.

Il premier italiano sembra pronto ad impadronirsi di qualsiasi mezzo allo scopo di perseguire i suoi fini politici, incurante del danno che un comportamento simile potrebbe causare a lungo termine al sistema politico italiano. Un uso cosi' cinico del sistema e' piu' caratteristico della politica anteguerra dell'Italia fascista che del funzionamento di uno stato democratico moderno che e' in questo momento al centro delle politiche europee.

La verita' e' che il comportamento di Berlusconi, per molti elettori italiani, ha smesso da un bel pezzo di essere fonte di divertimento, e ora rasenta fastidiosamente la megalomania.

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Editorial: Megalomania

17 September 2003

To his supporters, the odd antics of Italian premier Silvio Berlusconi can still raise a chuckle. Comparing a German MEP to a Nazi concentration camp guard and snubbing German Chancellor Gerhard Schroeder when he was the Italian premier’s guest at the opera recently have caused little concern among the rank and file of his Forza Italia party.

Last week he tried to claim that Italy’s fascist dictator Benito Mussolini had been beneficial for the country. Subsequent backpedaling by his spokesmen did little to assuage the outrage felt by many Italians, who recalled the destructive wars into which Mussolini led the country and his deportation of Italian Jews to Nazi death camps. Some might argue that a trend is appearing in Berlusconi’s behavior which suggests a rising contempt for political norms and a growing certainty of his own political rectitude.

The Italian premier has already behaved dubiously by using the parliamentary majority possessed by his coalition government to drive through laws that will protect him and his media empire from investigations, principally for tax fraud, that were already under way. A shiver must have gone through his political counterparts elsewhere in Europe when they saw such a blatant perversion of a country’s judicial process.

He has now picked a new fight — which is to launch a libel action against the leader of Italy’s main opposition party, Piero Fassino who has accused the Italian premier of being behind a dirty-tricks campaign aimed at discrediting political opponents. In the normal course of events, this would have passed for merely the cut and thrust of politics. In the past Italians have made political name-calling a normal practice. Yet all of a sudden the Italian premier, rather than shrugging off the accusation as the stuff of opposition political rhetoric has chosen to turn to his country’s courts to clear his reputation.

The clear danger in this is that the judiciary is being drawn into the business of lawmakers. Their independence has already been sullied by the ill-advised legislation protecting Berlusconi and his media empire from prosecution. Now they are to be asked to adjudicate on a matter which ought to have been left to the voters themselves.

The Italian premier seems prepared to seize any convenient vehicle to pursue his political ends, regardless of the long-term damage to Italy’s political system such a course of action might cause. Such a cynical use of the system has more to do with Italy’s prewar fascist politics than the workings of a modern democratic state which is currently at the heart of EU affairs.

The truth for many Italian voters is that Berlusconi’s actions have long since ceased to be amusing and now border disturbingly on the megalomaniacal.

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