NOTIZIARIO del 6 agosto 2003

 
     

Sport e liberta' d'informazione
Operatore televisivo livornese aggredito da tifosi pisani: tornano d’attualità l’aggressione e la diffamazione subite da alcuni giornalisti livornesi lo scorso anno a Pisa e sulle quali finora è stato fatto un ingiustificato silenzio!

nostro servizio

"Noi cerchiamo giustizia. Purtoppo è come se per il direttore di Amaranta non vi fosse diritto di cittadinanza. Si è messa in moto una vera e propria campagna di omertà e di falsificazione della realtà della quale non comprendiamo il motivo". Cosi' Alessandro Guidolini e Franco Bartolini dell'associazione Amaranta, editrice dell'omonimo mensile.

Il fatto cui si riferiscono e' riportato in un comunicato dell'associazione del 28 luglio 2003: "I fatti accaduti ieri pomeriggio a Pievepelago, dove la troupe di un’emittente televisiva è stata aggredita da alcuni ultras del Pisa perché tale emittente è livornese - si legge nel comunicato - fanno tornare drammaticamente d’attualità un caso risalente ad oltre un anno fa, quello dei giornalisti livornesi provocati, offesi ed aggrediti da alcuni “sostenitori” del Pisa, e poi perfino minacciati e diffamati sia da alcuni “tifosi” che da alcuni giornalisti pisani, sul quale è stato finora steso un velo di ingiustificato e colpevole silenzio comunque destinato ad essere spazzato via dalla verità dei fatti."

I rappresentanti di Amaranta rievocano l'episodio: "Il 17 febbraio 2002, in occasione del derby fra il Pisa ed il Livorno giocato allo stadio pisano, alcuni giornalisti livornesi, dopo essere stati provocati ed offesi, fatti bersaglio del lancio di oggetti e cartacce, vennero prima aggrediti e colpiti da una dozzina di tifosi nelle aree riservate alla stampa e poi diffamati da alcuni giornalisti e diffamati e minacciati anche da alcuni sostenitori del Pisa che evidentemente tentarono in questo modo di giustificare un atto di violenza inaudita e ingiustificata, gratuita, scatenata probabilmente dal fatto che i cronisti aggrediti, che erano al seguito della squadra avversaria, nel folle contesto di una partita di calcio vissuta come una sorta di battaglia furono visti, da alcuni, come dei nemici."

" Tuttavia, al di là dell’aggressione che costrinse questi giornalisti livornesi a ricorrere alle cure sanitarie, l’aspetto più assurdo e preoccupante della vicenda è stata la distorsione della realtà con cui vennero sul momento raccontati i fatti, tralasciando peraltro l’avvenuta aggressione, cui ha fatto seguito l’impossibilità da parte dei giornalisti aggrediti di spiegare come andarono quel giorno le cose, la negazione del diritto di replica, il vero e proprio insabbiamento di quanto accaduto, tanto da far pensare che su questa vicenda gran parte del mondo giornalistico locale abbia preferito stendere una cappa di silenzio al limite dell’omertà che approfondire per rendere giustizia ai colleghi immotivatamente resi vittime di tanta gratuita violenza."

Gli amici di Amaranta concludono con alcune considerazioni amare: "veramente non si capisce perché il mondo del giornalismo locale abbia reagito come ha reagito. Non si è data voce a chi quella violenza l’ha solo e soltanto subita, si è tentato di mistificare la realtà facendo passare le vittime da provocatori, si è tentato di liquidare un grave atto di violenza come un episodio di folclore, non si è riconosciuto il diritto di replica stabilito dalla legge sulla stampa, poca anzi nulla solidarietà è stata espressa ufficialmente dal mondo del giornalismo, dalle istituzioni giornalistiche, quasi che il fatto che alcuni cronisti nell’esercizio delle loro funzioni siano provocati, offesi, colpiti, aggrediti, vilipesi, diffamati e minacciati senza motivo sia una cosa normale e di routine."

"Perché? Perché un esposto presentato all’Ordine regionale dei giornalisti della Toscana, a tutt’oggi, non ha ancora avuto risposta?! Come associazione vogliamo dare una risposta a queste domande. Vogliamo capire il perché di tante mancanze. Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che certamente sta facendo il suo dovere, che ha il compito di rendere giustizia a questi giornalisti così gratuitamente e violentemente offesi ed aggrediti quel pomeriggio di un anno e mezzo fa ed ai quali noi, fin da subito, abbiamo espresso la nostra sincera e totale solidarietà. I fatti di Pievepelago, adesso, fanno tornare di attualità anche quel che accadde in quella folle domenica pomeriggio del 17 febbraio 2002 allo stadio di Pisa. "

by Bollettino Osservatorio

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