NOTIZIARIO del 15 gennaio 2004

 
     

Il 2004, anno europeo
dell'educazione attraverso lo sport.
Un'occasione per la legalita'
di Rico Guillermo

Il 1° gennaio 2004 ha avuto inizio l'anno europeo dell'educazione attraverso lo sport voluto dall'Europarlamento e dal Consiglio su proposta della Commissione UE. Il motto scelto per quest'anno e' "Muovi il corpo, sforza la mente", e fra i "padrini" vi sono noti sportivi, fra cui l'ex campione lussemburghese di sci Marc Girardelli.

Per 12 mesi l'Unione europea intende rafforzare i rapporti tra il mondo sportivo e quello dell'istruzione con quasi 200 manifestazioni ed eventi, mostrando come, oltre alla passione e alla competizione, lo sport trasmetta valori civici.

La Commissione europea rendera' pubblico anche un sondaggio di Eurobarometro sullo sport e sull'educazione in una cerimonia che si svolgera' in Italia, a Verona, il prossimo 21 novembre, in occasione del Forum europeo dello sport.

Viviane Reding, Commissario europeo responsabile dell'istruzione e della cultura, ha ricordato che quest'anno il Campionato europeo di calcio in Portogallo e i Giochi olimpici e paraolimpici di Atene metteranno l'Europa al centro dell'attualitą sportiva internazionale. Per questo motivo l'Unione ha scelto l'anno 2004 per diffondere e spiegare meglio i valori sportivi ai giovani di ben 28 paesi e Viviane Reding spera che lo sport venga inserito anche nel trattato costituzionale.

Sarebbe una nota positiva se lo sport venisse valorizzato anche come prevenzione dell'illegalita' fra i giovani e i giovanissimi.

Particolare importanza assumono infatti i valori insegnati dallo sport in quelle zone dove i minori hanno modelli negativi da seguire e sono abbandonati o sommersi dai disvalori, magari trasmessi dalle stesse famiglie. Sono quei contesti in cui piu' facilmente attecchisce la criminalita' individuale o di gruppo.

Uno sport singolo, anche "povero" come l'atletica, che non richiede particolari strutture per essere praticata a livello non professionale, insegna invece a misurarsi con se stessi ed educa all'impegno, all'autodisciplina. Gli sport di gruppo insegnano le regole della convivenza e prevengono la logica del branco ed il bullismo, mentre sport di lotta come il judo aiutano a misurarsi con gli altri e ad incanalare la rabbia - spesso presente nei giovani d'oggi e soprattutto nei giovani a rischio - in un sistema di regole.

Le regole sportive, infatti, sono accettate piu' facilmente in quanto legate al conseguimento immediato di un vantaggio, cioe' il divertimento e l'accettazione nella competizione da parte degli altri. Inoltre lo sport offre la possibilita' di vincere anche a chi appartiene ad un contesto sociale di "perdenti", e dalla consapevolezza di questa opportunita' puo' nascere il riscatto.

Ben venga quindi un anno che celebra l'educazione attraverso lo sport, sempre che esso sia vissuto con una prospettiva di reale crescita umana e sociale e non come parata.

Certo meglio sarebbe se i grandi campioni e i club calcistici a tutti noti non dessero cattivi esempi mettendo in atto comportamenti scorretti o logiche criminose.

by Bollettino Osservatorio

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