Il Natale del paese vero
di Lina Iaquinto

Le file di poveri a Milano, Roma, Napoli etc. e le mense dei poveri si allungano alla stessa velocità del naso della Meloni, la quale gongola sui suoi social per i presunti successi del suo governo, che dovrebbe essere attraversato da un moto di vergogna e dimettersi in blocco.

A Pane Quotidiano di Milano fila sempre più lunga di disperati che, intervistati, raccontano dell'impossibilità che hanno di mettere anche un solo piatto a tavola. La stessa cosa accade a Sant'Egidio a Roma a alla Mensa del Carmine a Napoli.

Non di rado si tratta di lavoratori pagati - si fa per dire - quattro soldi.

A questo si aggiungono spot pubblicitari televisivi in cui si chiedono contributi per i bambini poveri italiani, il cui numero cresce inesorabilmente.

In tutto ciò la Meloni posta video e foto adolescenziali per celebrare lo spirito del Natale.

L'Italia è stretta in una morsa di disinformazione profonda, perché mentre il disastro si svela, i consensi per la peggiore presidente del consiglio non calano.

La gente vive difficoltà di ogni genere, dalla sanità, ai trasporti, alla retribuzione, ma secondo i sondaggi colei che dovrebbe crollare si mantiene stabile.

Ed è lecito interrogarsi sul l'abisso nel quale siamo tutti precipitati, sulle ragioni per le quali gli italiani non accompagnano alla porta il più sciagurato governo della loro storia.

La disinformazione, il racconto fantasioso dei giornalisti è serrato, come pure la propaganda.

Ma possibile che abbiamo tutti smarrito la bussola della realtà e che di fronte alle lunghe code dei poveri abbiamo così tanta difficoltà a collegarle alla realtà?

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