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La strategia di Vannacci
di Lenny Bottai
All'europarlamento il generale Vannacci mostra un'abile tattica politica, quella del piano B di una grande forza e coalizione politica.
Sono ben note le opinioni degli italiani in merito al riarmo ed alla guerra che l'UE vuole a tutti i costi contro la Russia, e per non perdere il potere, una forza politica o coalizione di governo, deve sempre avere sempre il piano B.
Con questo ruolo il generale, mentre si prende un bello stipendio doppio, fa il "ribelle" nelle sedi che il suo partito ha sposato, contestando il sistema che ha sempre difeso e per il quale è stato eletto, mimando di essere "contro" per raccattare i consensi che altrimenti andrebbero persi.
Di cosa si lamenta forse Vannacci? Del sistema economico e militare per il quale ha funto fino all'altro ieri da servo?
Perché lasciando perdere tutta la sovrastruttura che utilizza per confondere le acque, dei libri di destra e dei diritti arcobaleno dietro ai quali la sinistra si è sepolta, il grosso dei discorsi che fanno presa tra lo stordito pubblico di elettori della Meloni, sono per l'atteggiamento bellicista e di criminalizzazione di un paese che ogni 9 maggio commemora la sconfitta degli antenati di Vannacci, e che di recente ha messo anche al bando la figura di Mussolini.
Una nazione che è alleata salda dei paesi socialisti sudamericani e amica fraterna del primo partito comunista al mondo, di cui Vannacci di certo non è amico.
Ecco spiegato quindi a cosa serve un piano B di un partito: a confondere le acque facendo si che vi siano sinistri per l'Ucraina, ma senza perdere destri confusi sul tema. L'arte della guerra portata in politica.
Il dramma conseguente poi è quello di una sinistra che ormai non ha più radici, la quale per prima dovrebbe dire certe cose, ma non lo fa perché strangolata dai tabù ed impegnata ad essere appetibile agli eurocrati.
In un'era nella quale ogni posizione cambia a seconda di quella del nemico, e non esistono piú le idee, il risultato è confusione.
 
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