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Tragedia all'italiana
di Elisa Fontana
Il panico serpeggia nelle aule del Parlamento, si temono grossi scossoni politici e probabili rivalse future.
Ma che accade? Accade che da una parte il governo di quelli che erano pronti è nel caos più totale fra finanziaria da approvare, emendamenti ritirati e da ritirare, coperture da trovare, crisi di nervi del buon Giorgetti che non ci sta letteralmente più capendo nulla. Dall’altra incombe la fine dell’anno e con essa il rischio dell’esercizio provvisorio, bestia di satana di qualsivoglia governo, prova certificata dell’incapacità del governo che la subisce.
Nel bel mezzo di questa "ammuina" sta il concerto di Claudio Baglioni fortissimamente voluto dal presidente del Senato La Russa. Che in sé sarebbe iniziativa lodevole se non rendesse inagibile il Senato per due giorni, fra prove e concerto, in un momento in cui ogni minuto è prezioso per l’approvazione della finanziaria. Aggiungiamo a questa catastrofe anche l’ordine arrivato da Giorgina in persona di approvare la riforma della Corte dei Conti entro l’anno e chiunque vede bene che il panico è inevitabile e giustificato.
Ma oltre al panico, alti si sono alzati i lai di onorevoli e senatori tutti con i biglietti in mano e le prenotazioni fatte per le agognate vacanze di Natale, e chiunque capisce bene che dopo aver lavorato dal martedì al giovedì ogni settimana per due spicci, il peso lavorativo è ormai insopportabile. E ci mancava solo Baglioni a rompere le uova nel paniere!
Così sono tutti lì a cercare di rimodulare il calendario per trovare una scappatoia che permetta alla massa di lavoratori sfruttati e malpagati di godersi una fine anno decente in qualche paradiso tropicale o fiscale, dipende dal tipo di vacanza prenotata.
E, dunque, sarebbe necessario e indifferibile lavorare il 22 e il 23 tutto il giorno, per provare a stare nei tempi, ma alta e netta si è alzata la voce del PD “Lavorare il 23 tutto il giorno? Scordatevelo!”.
E, insomma, siamo di nuovo in mezzo al mare senza nessuna terra all’orizzonte. E mentre fra i deputati serpeggia il malcontento, si è sentito più d’uno, novello Luca Cupiello, mormorare a denti stretti “a me nun me piace Baglioni”, in una netta rivendicazione di autonomia musicale mortificata dal diktat di La Russa.
E, insomma, capirete che il panico e il malcontento dei nostri bennati rappresentanti è più che comprensibile e giustificato e si è già costituito il Comitato “Libera vacanza in libero Parlamento” che ha avanzato la proposta forse più logica ascoltata fin qui, dopo il balletto folle e degli emendamenti presentati e ritirati dalla pregevole maggioranza: aboliamo il Natale a dicembre e spostiamolo il 25 gennaio, ci facciamo le vacanze in pace e ci ascoltiamo non solo Baglioni, ma pure Gigi D’Alessio! Ma ci voleva tanto?
Come dite? Anche quest’anno per la finanziaria non ci sarà nessuna discussione, nessun confronto, sarà solo una ratifica di quanto apparecchiato dal governo?
Eh, ma non avete proprio cuore a pensare a queste sciocchezze davanti al pericolo di rimanere senza vacanze di Natale. Insensibili!
 
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