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Lettera di auguri
di Elisa Fontana *
Si approssima il Natale e come ci hanno insegnato fin da bambini è il momento degli auguri ad amici, parenti e conoscenti. Ed io non mi sottrarrò di certo alla beneaugurante usanza, ma lascerò da parte amici, parenti e conoscenti, perché il mondo globalizzato che ci circonda esige auguri globalizzati. E allora cominciamo.
Auguro il buon Natale a tutti i bravi imprenditori che, dopo aver succhiato miliardi pubblici, portano le loro fabbriche in giro per il mondo e agli operai italiani, rimasti con il culo per terra, pongono una lussuosa alternativa: puoi venire a lavorare in Slovacchia, in Polonia e ovunque decidiamo di delocalizzare, oppure puoi morire di fame in loco. Auguri a loro!
Auguro il buon Natale a tutti coloro che avrebbero il dovere di occuparsene, ma se ne stropicciano altamente di quei 6 milioni di italiani sotto la soglia di povertà, di cui quasi 1,5 milioni sono bambini. Gente che non ha di che mangiare, che sta al freddo, che non conosce un gioco, che non sa cosa sia serenità. Fantasmi. Buon Natale!
Auguro buon Natale, ma di cuore, a chi ha aumentato di due euro le pensioni minime che ammontano a circa 600 euro, perché li chiamano aumenti, non sanguinose prese in giro mentre si calpesta la dignità di uomini e donne. Auguri, auguri!
Auguro il buon Natale e anche il felice anno nuovo a chi non si fa carico di 5,8 milioni di italiani che hanno rinunciato a curarsi. Perché? Perché anche i semplici pochi euro per un antibiotico possono essere insostenibili per qualcuno, figuriamoci poi gli esami di laboratorio, le risonanze, le ecografie, le visite a pagamento.
E quando parlo di mancanza di pochi euro per un antibiotico non è un esempio teorico per sbalordire chi legge, è vita vissuta da spettatrice in farmacia. E si trattava di una persona anziana, fragile, a cui volevi pagare l’antibiotico senza ferirne la dignità, maledicendo nel frattempo tutto l’universo mondo. Buon Natale! Auguri!
Un buon Natale speciale ai signori della guerra, a Gaza, in Ucraina, ovunque nel mondo, a chi la fa attivamente, a chi vende i mezzi per farla, a chi ci rimbomba tutti i giorni che la guerra è inevitabile. A costoro auguro davvero buon Natale, felice anno nuovo e anche buona Pasqua, caso mai non dovessimo vederci perché nel frattempo avete sganciato l’atomica.
Buon Natale a chi permette alle aziende di illuminati imprenditori di mandare un ispettore con il compito di andare a fare a tradimento il test del carrello ad un incolpevole cassiere che si ritrova licenziato e buttato in mezzo alla strada, tanto lo aspettano tanti bei lavori in nero, no? Auguri!
Buon Natale a tutti quei politici che guardano indifferenti dal caldo delle loro milionarie ville con piscina i 100 mila sfratti per morosità incolpevole allegramente in corso. Morosità incolpevole vuol dire che non hai potuto pagare, non che non hai voluto. Perché magari nel frattempo hai perso il lavoro, ti sei ammalato, il lavoro ce l’hai ma non arrivi al 15 del mese, oppure il lavoro ce l’hai ma hai incontrato sul tuo cammino un ispettore dell’azienda che ti ha fatto il test del carrello… Buon Natale, buon Natale!
E buon Natale a tutti coloro che, compatti e tetragoni, difendono e fanno finta di non vedere quanti reputano più importante il risparmio e lo sfruttamento piuttosto che la salvaguardia della vita dei lavoratori. Da gennaio ad ottobre siamo già a quota 900 morti sul lavoro e ci avviamo trionfalmente ad abbattere il muro dei mille morti, come ogni anno. Auguri, auguri!
Mi perdonerete se ho dimenticato di augurare le buone feste a qualcuno, sarà certamente così, perché in questo mondo globalizzato fatto di ladri, assassini, prostitute morali (di ogni genere), ipocriti, guerrafondai, sfruttatori, politici impresentabili e quaquaraquà è impossibile ricordarseli tutti, ma sappiate che sono tutti nei miei pensieri.
Auguri a tutti loro! Di cuore.
* Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio
 
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