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Inutlità e gentilezza
di
Alessandra Sciurba *
Più che la frase sui "poveri comunisti", la parola che più ho sentito insopportabile è "inutilità".
Una ministra non dovrebbe rispondere così a nessuno, tanto meno a ragazzi e ragazze che, con garbo e senza insulti, le chiedono di assumersi le responsabilità delle sue scelte raccontandole l'impatto di queste scelte sulle loro vite.
Poi si parla di disagio giovanile, di aumento dei suicidi tra i e le giovani, di dipendenze patologiche che segnano le loro vite. E quando invece prendono la parola li si attacca così, dicendo che sono inutili, perché hanno espresso un'opinione, perché hanno esercitato senso critico.
Ma è proprio per questa loro capacità che fanno paura e vanno sminuiti, definendoli ideologici e strumentalizzati, perché è così chiaro che hanno ragione, che la riforma di Medicina è stata un atto di propaganda che ha danneggiato moltissime vite, mentre si va avanti nello smantellamento di un'Università pubblica e indipendente come dovrebbe essere secondo la Costituzione.
Erano ragazzi/e appartenenti ad associazioni "di sinistra", quindi politicizzati, hanno scritto i soliti giornali per difendere l'indifendibile.
E allora? Quante volte mi è capitato, da docente, di parlare con studentesse e studenti con valori politici diversi dai miei e comunque di ascoltarli, di ragionare con loro. Nel rispetto.
Ma è questo ormai il messaggio ad ogni livello: disprezzare, insultare, distruggere ogni forma di contestazione e dissenso. Da Trump che ha sostituto il bullismo al diritto internazionale, a questi governanti che in questa violenza paiono trovarsi perfettamente a loro agio.
Poi ci stupiamo se le strade sono insicure, se la sopraffazione è diventata il mezzo normale di affrontare i disaccordi, se ormai è così immediato tirare fuori un coltello o una pistola anche nel centro di Milano o di Palermo.
Tutto si tiene insieme, in questa assenza assoluta di cura e in questa trasformazione di ogni disaccordo in guerra.
Ragazze, ragazzi, restate gentili come siete stati, perché è questo che piega il potere. La vostra determinazione gentile, il vostro coraggio che parla un linguaggio diverso.
Ancora una volta, grazie.
* Giurista e docente universitaria
 
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