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14 dicembre 2025
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Mosca condanna al carcere magistrato italiano presso la CPI
di Marinella Mondaini

In Russia due giorni fa è stata emessa una sentenza in contumacia nei confronti di nove funzionari della Corte penale internazionale (CPI) e i magistrati italiani protestano: "Il Governo intervenga".

Il giudice italiano Aitala è il firmatario del mandato contro Putin. Altri otto magistrati finiscono nella lista dei ricercati russi. L'Associazione nazionale magistrati in una nota chiede al Governo di interrogare la Russia.

Il fatto è che il 12 dicembre 2025 il Tribunale della città di Mosca ha condannato in contumacia il procuratore e otto giudici della Corte penale internazionale. A seconda del loro ruolo, sono stati riconosciuti colpevoli ai sensi della Parte 2 dell'articolo 299, della Parte 2 dell'articolo 301, della Parte 1 dell'articolo 30 e della Parte 2 dell'articolo 360 del Codice Penale russo.

La Corte ha stabilito che da febbraio a marzo 2022 il procuratore della CPI Karim Khan ha perseguito illegalmente cittadini russi all'Aia. Khan è stato riconosciuto colpevole di aver ordinato l'emissione di "mandati di arresto consapevolmente illegali nei confronti di cittadini russi" ed è stato condannato a 15 anni di carcere, di cui i primi nove da scontare in una colonia penale di massima sicurezza.

Il Presidium della CPI, senza alcuna base giuridica, dicono i russi (1), ha incaricato i giudici della camera di emettere mandati di arresto palesemente illegali.

Il procuratore e i giudici della CPI in questione sono stati inseriti nella lista dei ricercati internazionali.

Tra i condannati figurano i giudici Tomoko Akane, Rosario Salvatore Aitala, Sergio Gerardo Ugalde Godinez e Haykel Ben Mafoud, nonché il Presidente della Corte dell'Aia, Piotr Józef Hofmański, e i suoi vice, Carranza Luz del Carmen Ibáñez, Bertram Schmitt e Renée Adelaide Sophie Alapini-Gansou.

Ricordo che nel marzo 2023, la CPI ha emesso mandati di arresto per il presidente russo Vladimir Putin e il Commissario per i Diritti dell'Infanzia Maria Lvova-Belova. Il tribunale li ha ritenuti "presumibilmente responsabili" del trasferimento illegale e della deportazione di bambini dall'Ucraina e dai territori occupati verso la Russia.

In risposta, il Comitato Investigativo Russo nel 2023 ha avviato un procedimento penale contro i giudici della CPI che hanno emesso i mandati di arresto. Due giorni fa la sentenza della Russia.

Oggi i pennivendoli italiani sono sul piede di guerra per la decisione di Mosca di aver condannato a 15 anni di carcere Rosario Salvatore Aitala, primo firmatario del mandato di arresto emesso dalla Corte penale contro Vladimir Putin.

Immediato il commento della Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati: "Auspichiamo - si legge in una nota dell'Anm - che il governo italiano chieda immediatamente spiegazioni al governo russo sulle circostanze che hanno portato il giudice Aitala a essere condannato in contumacia dal tribunale di Mosca. Aitala lavora per la Corte Penale Internazionale, un organismo che è nato in Italia, a Roma, e che rappresenta un baluardo del diritto a livello mondiale".

Che sia un "baluardo del diritto a livello mondiale" ne abbiamo avuto le prove... che è proprio il contrario!

(1) Va considerato che Mosca non aderisce allo statuto fondativo della Corte, pertanto il tribunale russo avrà preso a base la mancanza di giurisdizione per emettere la sentenza.


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