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Regno Unito: sinistra soft o no?
di Alberto Pantaloni
Poche persone in Italia conoscono le vicende con cui Keir Starmer, prima fedelissimo di Jeremy Corbyn, accoltellò quest'ultimo alle spalle con un vero e proprio colpo di Stato nel 2019; ma ancora meno persone conoscono la complessiva parabola nefasta dell'attuale primo ministro britannico.
Come ricorda Matt Myers nel suo bel volume su sinistra e movimento operaio in Gran Bretagna, Francia e Italia, Starmer era giovane esponente della sinistra laburista e redattore della rivista «Socialist Alternatives».
Nel numero dell'aprile-maggio 1987, la rivista pubblicò un dialogo fra Starmer e l'allora leader della sinistra laburista Tony Benn e la sociologa femminista socialista Hilary Wainwright: il tema era la «Rifondazione del Partito laburista» e nell'intervista, il futuro leader del Labour Party, parlava della polarizzazione nel partito fra la «soft left» dell'allora segretario Kinnock, che si era riappacificata con la destra sulle misure di politica economica, e la «nuova sinistra a guida londinese» (il sindaco di Londra era allora Ken "il rosso" Livingstone) che aveva aperto ai nuovi movimenti di migranti, donne, giovani e persone LGBTQ in un'ottica intersezionale.
Il gruppo dirigente e parlamentare del Partito laburista di allora, secondo Starmer, era completamente alieno dalla realtà sociale che si stava conformando.
Singolare come oggi la stessa persona, al comando nel partito e nel governo, dimostri una spiccata sintonia con la realtà sociale e col suo (ex?) elettorato di riferimento:
1) proponendo alla firma del re 34 nuovi "peerages" (titoli di nobiltà), dopo che fra l'altro nel manifesto elettorale del 2024 aveva dichiarato di voler abolire la Camera dei Lord;
2) proponendo la riforma del procedimento penale, con l'abolizione della giuria;
3) proponendo la limitazione del diritto a manifestare (se la settimana prima la English Defence League, ad esempio, organizza una manifestazione a Whitehall, la settimana dopo i sindacati non possono farne un'altra nello stesso posto);
4) criminalizzando i movimenti ambientalisti e contro il genocidio in Palestina con accuse gravissime quanto ridicole (8 esponenti di Palestine Action sono attualmente in sciopero della fame da 41 giorni e versano in gravi condizioni di salute);
5) inasprendo le misure razziste di contrasto all'immigrazione e definendo la Gran Bretagna «an island of strangers», come fece il conservatore di destra Enoch Powell circa 60 anni fa;
6) promuovendo misure discriminatorie nei confronti delle donne trans;
7) riducendo le misure di sostegno al reddito per famiglie numerose, persone in pensione e con disabilità povere;
8) proponendo un testo iniziale di riforma del diritto del lavoro molto "generoso" con le imprese e fortemente "riaggiustato" solo grazie all'azione di lobby del movimento sindacale (in particolare di UNISON);
Una cosa si può dire: sicuramente Starmer ha superato la polarizzazione fra «soft left» e sinistra laburista. Qui non c'è più niente di sinistra e non c'è più niente di "soft"...
 
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