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13 dicembre 2025
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Scusarsi per essere sopravvissuta
di Roberta Altrui *

Ora che è passata un pò di acqua sotto i ponti, vorrei dire due cose sul caso di Tatiana.

1) A me ha colpito molto che la ragazza è un'orfana cresciuta in una famiglia adottiva. Mi ha colpito perché mi è capitato di occuparmi di bambini adottati e conosco bene la tendenza di questi soggetti ad avere degli stili di attaccamento disorganizzati.

Ogni volta che spuntava questa notizia in TV, mi tornavano in mente i casi di cui mi sono occupata. Sono persone sradicate, con una forte incognita sulla propria esistenza, convivono con il dramma dell'abbandono e con sentimenti ambivalenti nei confronti della famiglia che li accoglie (non è raro che passino dall'indifferenza totale alla simbiosi e l'estrema gratitudine, un atteggiamento che potremmo definire borderline).

Infatti, ritrovata salva e incolume fisicamente dai carabinieri, non mi ha stupito scoprire che Tatiana ha una fragilità di ordine psicologico, che tende all'auto isolamento, alla richiesta di attenzione, all'iper-investimento nelle relazioni amorose, all'evitamento di situazioni stressanti. Insomma, gli schemi comportamentali che ha messo in atto sono abbastanza coerenti con il disagio profondo che ha raccontato in televisione nel suo messaggio di scuse.

2) Qualche settimana fa la ministra Roccella ha dichiarato che "Ogni donna che non viene uccisa è un fatto positivo", la farse era deprimente già di per sé, ma scoprire poco dopo che non è nemmeno vera nel suo nucleo centrale, non è piacevole. Non è vera perché, nel lieto fine di questa vicenda, ci siamo scordati immediatamente che stavamo cercando Tatiana, il sollievo per il fatto che fosse viva e ci abbiamo messo pochissimo a pretendere scuse, risarcimenti, spiegazioni.

La storia è sempre la stessa, se una donna è "pazza"(concedetemi il termine, è la narrazione del maschilismo), non ci piace, è pericolosa, manipolatrice, scomoda, una pianta grane, un peso, una che fa la furba. E ci deve chiedere scusa per il fatto che la tolleriamo. Quasi era più facile, per l'opinione pubblica, elaborare il caso, se fosse stato riconducibile a una dinamica nota (e rassicurante? mi fa paura questa cosa) di violenza di genere.

Invece anche se non l'ha rapita nessuno, la ragazza è vittima di un problema di ordine sociosanitario che ci deve interessare tutti. E' un bene che sia stata ritrovata e che l'abbiano cercata con vigore, perché assecondare la tendenza all'isolamento (come stava facendo il suo amico) non aiuta a uscire dal buio. La comunità deve mettere in campo risorse per aiutare le persone che hanno un disagio psicologico e quando i giovani adulti scompaiono, bisogna cercarli, perché la prima causa di morte fra i giovani è il suicidio.

Se le forze dell'ordine non devono essere usate per tutelare l'incolumità e la sicurezza (anche psicologica) delle persone, a cosa servono di preciso???

L'antifona è sempre la stessa, se le risorse le abbiamo usate per problemi di ordine mentale, in prevenzione di un evento più drammatico, ci sembrano sprecate. E questo è un problema.

* La dott.ssa Altrui è Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'età evolutiva, Educatrice Socio-pedagogica e consulente familiare


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