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Ranucci in serio pericolo: aumentata la protezione
di
Elisa Fontana
Dopo l’attentato del 16 ottobre scorso in cui erano state distrutte due macchine posteggiate all’ingresso di casa di Sigfrido Ranucci, era stata predisposta una scorta per il noto giornalista d’inchiesta, formata da un’auto blindata e due agenti.
Nel frattempo, le indagini degli inquirenti spaziavano per capire la matrice del chiaro attentato intimidatorio. Le piste seguite vanno dalla mafia albanese alla camorra, alla criminalità organizzata, seguendo il filo delle tante inchieste di Report che, probabilmente, hanno dato fastidio in certi ambienti.
A seguito dell’attentato, Ranucci il 4 novembre era stato audito dalla Commissione antimafia, audizione in parte pubblica e in parte secretata su richiesta dello stesso Ranucci, nel momento in cui gli era stato chiesto di dare delucidazioni sull’affermazione fatta in precedenza che il giornalista sarebbe stato pedinato dai servizi segreti, attivati dal sottosegretario Fazzolari.
In base alla parte secretata dell’audizione di Ranucci in commissione antimafia, la presidente Colosimo ha chiesto al Viminale di elevare lo stato di protezione di Ranucci, che è così passata al grado di protezione elevata: due macchine blindate, 4 agenti e militari dell’esercito di guardia all’ingresso di casa Ranucci.
Nel frattempo, anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha richiesto gli atti sulla parte secretata dell’audizione di Ranucci.
La storia iniziata con l’attentato a Ranucci continua in modo sempre più inquietante.
 
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