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La devastazione
di
Rinaldo Battaglia *
"….I figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
I soldati prendevano tutti
E tutti buttavano via.
E poi Mirka a San Giorgio di maggio
Tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
E un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
E dagli occhi cadere."
(Fabrizio De André)
Il 15 novembre 1941, il capo delle SS, Heinrich Himmler, ordinò che gli zingari fossero equiparati allo stesso livello degli ebrei e posti nei campi di concentramento.
Il ‘clou’ lo si raggiunse il 2 agosto 1944 quando venne "liquidato" lo Zigeunerlager del campo di Auschwitz-Birkenau.
In un solo unico giorno oltre 4.000 persone furono sterminate nelle camere a gas. In maggioranza donne e bambini.
Il 2 agosto, dal 2015, è stato istituito come il ‘Roma Genocide Remembrance Day’, la giornata in ricordo del genocidio dei Rom e Sinti durante la seconda guerra mondiale, che provocò oltre mezzo milione di vittime di questa popolazione.
L’Olocausto dei Rom, viene anche definito in lingua romanì Porrajmos (divoramento, devastazione) o Samudaripen (sterminio).
L’Italia non fu esente dal crimine, anzi.
Le Leggi Razziali del 5 settembre 1938 e gli ‘ordini’ datati 11 settembre 1940 di Arturo Bocchini (Comandante Polizia segreta OVRA e Polizia Fascista, amico personale di Himmler ) ne sono prove indelebili.
E molti furono i ‘campi di concentramento fascisti’ operativi anche ben prima dell’8 settembre ’43. In particolare: Agnone e Boiano in Abruzzo, Pardesdafogu in Sardegna.
Ma anche Fontecchio (Chieti), Magliano de’ Marsi (l’Aquila), Torino di Sangro (Chieti). E ancora Vetralla di Viterbo (il campo n. 68), Collefiorito, le isole Tremiti.
Nel rietino inoltre molti comuni furono utilizzati per ‘internare’ in attesa di destinazioni più ‘comode’ e parliamo di ben 20 paesi: Accumoli , Antrodoco, Ascrea, Amatrice, Borgocollefegato (Borgorose), Borbona, Castel di Tora, Collalto Sabino, Cottanello, Cittaducale, Cittareale, Configni, Fara Sabina, Leonessa, Montenero Sabino, Montopoli di Sabina, Marcetelli, Petrella Salto, Posta, Pescorocchiano.
Che Dio ci perdoni e non solo il 15 novembre, il 2 agosto o l’11 settembre di ogni anno.
Se qualcuno cerca la matrice del fascismo anche nella 'devastazione' dei rom può trovarla.
15 novembre 2025 – 84 anni dopo - Liberamente tratto da ‘Il dolore degli altri’ – ed.Ventus/AliRibelli - 2022
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
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