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I numeri contano
di Elisa Fontana *
Ministro Giorgetti, benvenuto nel club del vittimismo, l’aspettavamo con ansia visto che la capatrena (non inorridite, sto solo citando) ne fa uso cospicuo e redditizio in termini di gradimento personale.
Lei che ha sempre un aplomb british, che sembra capitato nel partito di Salvini per caso, che tira dritto sempre e comunque, questa volta non si è trattenuto. Ai pesanti rilievi sollevati da Bankitalia, Istat, UPB e Corte dei Conti sulla finanziaria prossima ventura, sul suo togliere ai poveri per dare ai ricchi ha replicato con il fumo alle narici “siamo stati massacrati da coloro che hanno la possibilità di massacrare.
Ma non è un problema (e te pareva) perché riteniamo di essere nel giusto”. Parole pesantissime ed evocative di assedi dei cow boy contro i poveri e indifesi indiani, con relativo massacro finale e bagno di sangue.
Come vedete, ecco il povero Giorgetti trasformato dai poteri forti in vittima sacrificale, in un massacro in cui chi sta dalla parte del bene viene massacrato da chi può farlo, in quanto munito di armi adeguate. Giorgina non è passata invano, ha tracciato il solco e tutti vi si sono tuffati dentro, visto che paga in termini di consenso.
Ora, caro Giorgetti, riesce difficile pensare a Bankitalia, UPB, Istat e Corte dei Conti come a dei biechi massacratori che hanno dipinto il bersaglio sul suo petto. Certo, occorre riconoscere che le armi di cui dispongono sono micidiali: i numeri.
E i numeri, si sa, sono impietosi e quelli di questa finanziaria hanno certificato che da un lato avete in cima ai vostri pensieri gli evasori fiscali, cui avete dedicato l’ennesima scandalosa rottamazione, come vi ha fatto notare la Corte dei Conti. Dall’altro avete spacciato, e continuate a farlo con faccia marmorea, per difesa del ceto medio un taglio dell’Irpef che premia i redditi più alti all’interno della fascia 28-50mila euro a scapito dei più bassi.
E commentare “se è ricco chi guadagna più di 2 mila euro netti al mese, allora Istat, Bankitalia e IPB hanno una concezione della vita un po’ …” sottolinea ancora di più la difesa dei ceti più abbienti. Innanzitutto perché nè Bankitalia, né Istat, né UPB hanno definito ricchi coloro che guadagnano 2 mila euro netti al mese. Hanno solo certificato che sarà questa fascia più alta a beneficiare del taglio Irpef rispetto alla fascia bassa dello stesso scaglione, che è cosa ben diversa e sempre legata a quei maledetti numeri che assegnano un taglio Irpef di 30 euro l’anno a chi è nella fascia bassa dei 28-50 mila euro l’anno e quasi 480 a chi è nella fascia più alta.
Numeri, ministro, numeri, oltretutto agli antipodi della proporzionalità prevista dalla nostra Costituzione, ma sappiamo bene che per voi è solo carta straccia.
E, poi, vorrei sottoporre al suo aristocratico occhio bocconiano che chi guadagna 2 mila euro netti al mese non pasteggerà di certo a champagne, ma di certo non ha nulla a che spartire con chi ne prende meno della metà se gli va bene. Avete, come dire, una percezione strabica del denaro, dovuta probabilmente ai troppi anni passati in Parlamento con una paga base di 15 mila euro, senza mai impegnarvi troppo. E tralascio indennità e prebende a vario titolo che vi fanno classificare 2 mila euro al mese come roba da poveracci.
E, dunque, lei più che un laureato in Economia alla Bocconi sembra un laureato all’università della vita, ma poi ci ricordiamo che da tre anni sta a stretto contatto con Giorgina e il suo complesso della vittima e tutto torna ad essere chiaro. Benvenuto nel club, allora.
* Coordinatrice della Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio
 
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