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09 novembre 2025
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Torino città aperta: ma solo per chi si allinea
di Alessandro Negrini *

Il silenzio come nuova forma di ordine pubblico.

A Torino, città dove sono nato e ho studiato, la città della Resistenza, un centro culturale pubblico - il Polo del ’900, su pressione di alcuni esponenti del PD e del sindaco, ha deciso di annullare la conferenza dello storico e amico Angelo d’Orsi.

Il tema? Russofobia. Russofilia. Verità. Una riflessione sul modo in cui, in Europa, è diventato sospetto perfino nominare la Russia senza finire con l'essere etichettati come "putiniani".

Nessun atto di propaganda, nessuna apologia. Solo un invito al pensiero critico.

Eppure, è bastato questo a far scattare la pruderie di questa sinistra, che in questa dinamica sembra la gemella sbiadita della destra: evento annullato, parola tolta, silenzio imposto.

E qui si vede un’altra malattia della nostra presunta sinistra: troppo concentrata a farsi accreditare dall’establishment, troppo ansiosa di mostrarsi rispettabile agli occhi di chi detiene il potere.

Ma L’establishment, da sempre applaude chi tace o chi si allinea e punisce chi pensa.

Poche settimane fa, Emanuele Fiano, esponente di "Sinistra per Israele" è stato contestato da alcuni studenti a Ca’ Foscari. Difensore convinto di uno Stato fondato su un principio di suprematismo etnico-religioso, è stato subito avvolto da una pioggia di solidarietà istituzionale nei confronti di una protesta, discutibile o no, che partiva dal basso.

Ministri, rettori, opinionisti: tutti pronti a ricordarci come “la libertà di parola vada difesa sempre”.

Ora, di fronte a una censura che cala dall'alto, mi aspetto che gli stessi paladini escano a denunciare l'accaduto.

Come è possibile contestare il Decreto sicurezza - da sinistra, se chi dice di rappresentarla utilizza gli stessi metodi delle destre?

Mi attendo che l’Accademia, l’Università degli Studi di Torino, il Politecnico manifestino solidarietà ad Angelo e denuncino pubblicamente l’accaduto.

Perché questo è uno di quei casi nei quali o ti schieri, o tutte le tue lezioni sulla civiltà, sulla Storia, le critiche ai borghi spopolati, alla alla cultura elitaria, alla burocrazia, persino le lezioni sulla Bellezza, vengono invalidate: non si può insegnare la Storia, la Filosofia, l'Arte, la politica - nascondendo la testa nella sabbia del presente.

È questa la verità scomoda: la nostra presunta "democrazia liberale" si batte con coraggio per la libertà di chi le somiglia, ma non tollera la libertà di chi la contraddice.

Chiede pluralismo, ma solo nel rencinto del consenso.

Difende la libertà come ornamento, non come rischio e critica.

Caro Angelo, la mia solidarietà piena.

Perché la libertà di pensare non si difende solo quando è "conveniente". Ma soprattutto quando tenta di ricordarci che la democrazia non può essere un recinto.

* Componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio


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