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Lamentano presunta propaganda russa ma sono loro a fare propaganda
di Francesco Dall'Aglio
Allego il post di ieri della compagnia energetica ucraina Centrenergo (su Facebook dopo il testo in ucraino c’è anche la traduzione in inglese - qui in calce quella in italiano *): un numero senza precedente di missili russi sulle centrali della loro compagnia, le stesse che erano state riparate dopo i raid del 2024, tutte le centrali in fiamme, la loro capacità di produzione ridotta a zero, tutto ciò che era stato ripristinato è andato completamente distrutto.
C’è da chiedersi cosa l’Ucraina, o chi la consiglia, pensasse di ottenere con la campagna di droni sulle installazioni energetiche e petrolifere russe, e con le minacce video di lasciare Mosca al buio e i russi senza carburante (minacce, è bene sempre ripeterlo, immediatamente rilanciate dai nostri media come se fossero cosa possibile e considerate prova della prossima e positiva risoluzione del conflitto): soprattutto, se pensasse davvero che la Russia non avrebbe risposto e non avrebbe avuto modo di creare molti più danni di quanti non potesse crearne l’Ucraina.
Ma si sa, ai russi puoi dire e fare tutto, cosa vuoi mai che possano fare in risposta? E quando appunto rispondono, e mettono in chiaro che la loro risposta, come è ovvio a chiunque sia dotato di un cervello funzionante, è molto più distruttiva, ci si stupisce e si corre a piangere sui social di attacchi ingiustificati e di azioni non provocate.
Proprio i social, Twitter soprattutto, stanno vedendo una campagna propagandistica che per intensità non si vedeva dai tempi del Crimea Beach Party del 2023, con l’armata dei cani scemi, i NAFO, nuovamente in attività spasmodica, con Calenda e Picierno a rastrellare internet a caccia di eventi ‟filo-russi” da fare annullare in barba a Costituzione o intelligenza, e con una serie di fake immediatamente e acriticamente rilanciate dalle nostre agenzie: Lavrov che sparisce chissà dove perché ‟caduto in disgrazia” (e che infatti oggi “ricompare” come se niente fosse e annuncia di esser pronto a discutere con Rubio), e più malignamente presentando video che documentano, o documenterebbero, crimini di guerra ucraini spacciandoli per russi.
I due anziani e il cane uccisi da droni nelle retrovie russe presentati come uccisi dai russi mentre provavano ad attraversare il fronte; il video del comandante russo di una unità del genio che parla dei giocattoli e dei libri minati dagli ucraini tagliato in modo che sembri che si stia vantando di averlo fatto lui, eccetera.
Su tutto, ovviamente, l’ombra lunga di von der Leyen che annuncia, come se fosse una cosa normale, la costituzione di un’agenzia che ci dirà cosa i media possono e non possono diffondere, perché si sa che la forza delle democrazie è la libertà di espressione, qui mica siamo in Russia.
Del resto se al fronte le cose non vanno bene la propaganda deve rafforzarsi, è una legge di natura come la migrazione delle farfalle monarca. E al fronte le cose non vanno bene, tanto che a Pokrovsk è già toccato l’inglorioso destino di Mariupol, Bakhmut, Avdiivka eccetera, essere declassata da piazzaforte imprendibile che assicura all’Ucraina il successo finale a quattro case e una taverna in mezzo alla steppa, di nessuna importanza strategica e per prendere le quali la Russia ha perso centinaia di migliaia di uomini in assalti frontali.
E anche qui sarebbe il caso di decidersi: tre giorni fa Zelenski dice che non c’è nessun accerchiamento e che i russi a Pokrovsk sono appena 314, ieri la Twitter-propaganda dei vari Jay in Kyiv (tra le principali fonti a cui si abbeverano i nostri media) dice che sempre a Pokrovsk ne muoiono 800 al giorno. Non è un problema, chiaramente, perché sempre a proposito di leggi la propaganda non segue mai quelle della logica. Di stallo non si parla più e di controffensive nemmeno, né naturalmente si parla di perdite ucraine.
Eppure, visto che ormai siamo a novembre inoltrato, pure una cosa bisognerebbe chiedersela: c’è un progetto per riprendere il territorio perduto, o la strategia è ormai diventata retrocedere sperando che Putin muoia stanotte o che Trump decida di dichiarare guerra alla Russia?
Perché nel 2022 l’Ucraina ha messo su due diverse controffensive ai lati opposti del fronte (Cherson e Kharkiv) con notevole successo; nel 2023 ha organizzato un’offensiva poderosa con un obiettivo strategico forse velleitario ma sicuramente chiaro e non sciocco, tagliare il ponte di terra tra Donbas e Crimea e isolare quest’ultima – è andata malissimo, ma uomini e mezzi c’erano; nel 2024 si è limitata ad azioni laterali (Kursk e Krynky, della quale nessuno più parla vista la follia criminale che è stata) non sperando più di riprendere territorio ma almeno di bloccare l’avanzata russa obbligando Mosca a stornare truppe e rifornimenti in teatri periferici a scapito degli assi principali.
Quest’anno niente, nessuna controffensiva, solo difesa a oltranza. Come mai? Uomini e mezzi e rifornimenti dove sono? Visto che le perdite ucraine non esistono e muoiono solo i russi a milioni saranno in riserva per la grande offensiva di Steiner che metterà in fuga l’Armata Rossa e libererà Berlino, evidentemente.
Sarà un inverno lungo, lungo e triste e folle, e non è ancora cominciato.
Comunicato Centrenergo - nostra traduzione:
Il più massiccio attacco alle nostre centrali termoelettriche dall'inizio dell'invasione su vasta scala.
Un numero senza precedenti di missili e innumerevoli droni - diversi al minuto - hanno preso di mira le stesse centrali termoelettriche che avevamo ripristinato dopo il devastante attacco del 2024.
Per motivi di sicurezza, siamo rimasti in silenzio, ma abbiamo fatto tutto il possibile per garantire agli ucraini luce e riscaldamento lo scorso inverno, e abbiamo superato prove infernali per avviare con successo l'attuale stagione di riscaldamento!
È passato meno di un mese dall'attacco precedente e stanotte il nemico ha attaccato simultaneamente l'intera nostra produzione di energia.
Le centrali sono in fiamme!
Le nostre centrali termoelettriche non sono strutture militari.
Non produciamo armi!
Abbiamo personale civile che lavora qui.
Abbiamo smesso...
Attualmente, la produzione di energia è ridotta a zero. Zero!
Abbiamo perso ciò che stavamo ricostruendo giorno e notte. Completamente!
Ogni volta, il nemico colpisce in modo ancora più brutale, ancora più cinico.
Ma continueremo a fare ciò che sappiamo fare meglio, superando la fatica e il dolore della perdita: ricostruire, riparare e dare vita a una nuova generazione!
Perché non c'è altra scelta.
L'Ucraina è indistruttibile!
Gli ucraini non possono essere distrutti!
 
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