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09 novembre 2025
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Sanità: ristatalizzare per uniformare i diritti
di Claudia Candeloro

Ieri, partendo dalle (ribadisco, idiote) parole di De Pascale (1), ho scritto contro la regionalizzazione della sanità e a favore della ri-statalizzazione:

"Le stupidaggini che dice il presidente della regione Emilia-Romagna Michele De Pascale sono tuttavia utili a confermare un dato: le regioni andrebbero abolite e la sanità restituita allo stato.

Dovevano essere organismi di partecipazione, sono diventate delle bolle di potere personale, con i presidenti che fanno a gara a chi la spara più grossa.

Devono andare tutti a casa, e la sanità dovrebbe iniziare essere organizzata a livello nazionale, con la medicina di prossimità affiancata da hub di specializzazione al nord e sud, decisi a livello centrale.

Solo così si possono mantenere i diritti.

Chi dice il contrario è fondamentalmente razzista."

Sinceramente, rimango basita dai commenti di molti (fortunatamente, non tutti) emiliano-romagnoli.

Particolarmente, di quelli che sostengono che, avendo quelli del sud votato male (ovvero a destra), non è che possono venire a occupare i posti di quelli che hanno votato bene (ovvero a sinistra) in Emilia Romagna.

Ora, premesso che avrebbero bisogno di dare un'occhiata al mondo reale, visto che due delle più importanti regioni del sud, ovvero Campania e Puglia, sono governate dalla sinistra da decenni, e che molte persone del sud vanno a curarsi anche in Lombardia e Veneto, che sono governate dalla destra da altrettanti decenni, vorrei capire quale è il livello di comprensione del testo di questi sedicenti intelligenti.

Se io parlo di statalizzazione della sanità, è proprio perché nel futuro il diritto alle cure mediche va garantito a TUTTI SU TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO.

Siccome, purtroppo, da secoli il sud Italia sconta una povertà endemica per tutta una serie di ragioni, tra cui, senza scomodare Antonio Gramsci, la depredazione delle sue risorse da parte del nord, è responsabilità di tutto lo stato, e anche una questione di giustizia su quanto accaduto sinora, fare in modo che tutti i cittadini, al di là di dove nascano o vivano, abbiano gli stessi diritti.

Quindi la sanità di prossimità e più banale deve essere garantita per tutti allo stesso modo in tutta Italia.

Siccome poi esistono anche gli interventi eccezionali e le specializzazioni, che vanno per forza concentrate in specifici hub, è compito dello stato creare punti di specializzazione unici sparsi, in maniera idonea, su tutto il territorio.

È logica ed è giustizia.

Se, invece, pensate che il diritto alla sanità vada garantito solo agli emiliano-romagnoli per un'asserita migliore capacità di voto, senza neanche considerare quanto economicamente l'Emilia-Romagna ha prosperato con il lavoro della gente del sud, confermo siete RAZZISTI. Dei leghisti di sinistra.

Per coerenza, dovreste mandare a casa loro, oltre i pazienti, anche i lavoratori.

Vediamo chi ci rimane.

(1) Il governatore Michele De Pascale a Radio 24: “In troppi da fuori regione a curarsi in Emilia Romagna, non ce la facciamo più... Non riusciamo a soddisfare i nostri cittadini perché ci stanno intasando il sistema”.


per approfondire...

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