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Jihadismo nel Sahel: una maschera dell'imperialismo moderno
di Laurent Luboya
Quello che oggi viene chiamato "terrorismo" o "jihadismo" in Africa, in particolare nella regione del Sahel, non ha nulla a che vedere con il mero fanatismo religioso.
Si tratta di una strategia imperialista mascherata, un'arma geopolitica usata per disorganizzare gli stati africani, indebolire la loro sovranità e saccheggiare la loro ricchezza sotto il pretesto di "combattere il terrorismo.”
Da quando il mondo è entrato in una nuova guerra per i minerali strategici — uranio, oro, litio, cobalto, manganese — essenziali per la tecnologia moderna e la transizione energetica, sia le potenze occidentali che quelle orientali si sfidano per conquistare la clandestina africana. E quale arma migliore del caos per raggiungerla?
Creare o mantenere insicurezza, armare gruppi, manipolare conflitti comuni, questo è il nuovo volto del colonialismo.
Bombe e truppe straniere sostituiscono le ex compagnie coloniali, ma gli obiettivi restano gli stessi: dividere per governare, distruggere le strutture nazionali e imporre la tutela permanente nel contesto umanitario o della sicurezza.
Il Sahel non è diventato un campo di battaglia per caso: è il cuore minerale dell’Africa, la chiave del futuro energetico mondiale. E chi vuole controllare il futuro cerca di assicurarsi che queste nazioni rimangano deboli, divise e dipendenti.
Il popolo africano deve aprire gli occhi: il cosiddetto "terrorismo islamista" è solo uno strumento di ricolonizzazione, una guerra moderna condotta contro i nostri Stati per evitare il rinascimento africano e il sequestro delle nostre risorse da parte dei nostri stessi governi.
Finché continueremo a lasciare che gli altri definiscano i nostri nemici, alleati e priorità, resteremo prigionieri di un sistema imperiale che si rinnova costantemente sotto nuove maschere.
La vera lotta del popolo del Sahel e di tutta l'Africa non è contro il terrorismo religioso, ma contro il terrorismo imperialista, pianificato a freddo per soffocare la nostra sovranità e il nostro futuro.
 
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