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05 novembre 2025
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OGNUNO SAPEVA QUEL CHE DOVEVA FARE
di Rinaldo Battaglia *

Ad inizio novembre 1961 usciva, in inglese, la prima pubblicazione del libro ‘La distruzione degli Ebrei d'Europa’ scritto dallo storico statunitense (di origini ebraiche ed austriache) Raul Hilberg. Probabilmente è stato il più grande studioso al mondo della Shoah e soprattutto dei 6 campi di sterminio dell’est.

A Raul Hilberg stesso va peraltro il ‘brevetto’ del termine di ‘campi di sterminio’, prima erano genericamente tutti chiamati ‘campi di concentramento’.

Hannah Arend descrisse il libro quale «la prima descrizione chiara di quello spaventoso meccanismo» che fu la Shoah. Tuttora è giudicato ‘uno dei più autorevoli studi relativi alla cosiddetta "Soluzione finale della questione ebraica" condotta dalla burocrazia della Germania nazista con «l'applicazione di misure amministrative sistematiche, per tappe successive’.

Raul Hilberg ha sempre scritto e parlato sempre in maniera semplice ma determinata.

Un giorno, in una conferenza dedicata ‘Alla forza del male’ nel marzo 1988, così spiegò il nazismo.

«Una volta venne chiesto a Speer: “Come facevate a sapere quando Hitler prendeva una decisione?”.

È una domanda molto importante, perché con lo svilupparsi del regime nazista nel corso degli anni, l'intera struttura decisionale subì dei cambiamenti. “All'inizio esistevano delle leggi. Poi vennero sostituite dai decreti. Poi le leggi si facevano dicendo «non dovrebbero esserci leggi». Poi ordini e direttive venivano scritti, ma ancora pubblicati nelle gazzette ministeriali. Poi ci fu il governo dei proclami, e gli ordini apparivano sui giornali. Poi ci furono gli ordini taciti, gli ordini che non venivano pubblicati, quelli interni alla burocrazia, in forma orale. Infine non ci furono più ordini. Ognuno sapeva quel che doveva fare.»

‘Ognuno sapeva quel che doveva fare’.

Se si cerca la definizione tecnica di ‘nazismo’ e di ‘fascismo’ questa è la risposta da scrivere, anche sui muri se servisse per svegliarci. L’uomo trasformato in automa, in macchina da lavoro, che produce senza bisogno di ordini, di istruzioni per l’uso, grazie alla propaganda. Se la Shoah ha avuto un minimale fattore positivo, forse l’unico, è questo: ci ha mostrato quanto profondo è l’abisso a cui ‘l‘uomo’ può arrivare, qualora non lo si costruisca ‘da uomo’ prima. Tutto il resto sono ‘chiacchiere e distintivo’, tutto il resto è nazismo, tutto il resto è fascismo.

E a dire il vero non ci sono documenti ufficiali del Fuhrer in merito ad ordini specifici in merito ai crimini della Shoah. Ad esempio, non ci furono ordini scritti per dare il via alla distruzione totale del ghetto di Varsavia (fine maggio ‘43), una delle più efferate atrocità del nazismo.

Ma servivano gli ordini?

Dopo 10 danni di lavaggio di cervello, costante, continuo, pressante, totale, erano già allevati per bene. Non servivano più gli ordini. ‘Ognuno sapeva quel che doveva fare’.

5 novembre 2025 – 64 anni dopo - Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Terza Parte” - Amazon – 2025

* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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