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05 novembre 2025
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Mamdani ripete slogan della CIA e avalla attacchi a Venezuela e Cuba?
di Rita Newton

Non tutti, a New York e dintorni, credono che Zhoran Mamdani sia la svolta a sinistra e l'anti-Trump che molti aspettavano.

A ottobre Mamdani aveva affermato "Voglio essere chiaro sulla mia posizione. Credo che sia Nicolás Maduro che Miguel Díaz-Canel siano dittatori. La loro amministrazione ha soffocato elezioni libere e giuste, imprigionato gli oppositori politici e soppresso una stampa libera e equa".

Tale dichiarazione ha destato molte critiche fra attivisti pacifisti di New York che lo accusano di ripetere a pappagallo la propaganda della CIA. Per gli attivisti di sinistra critici, essa mostra che il ruolo di Mamdani, pur simboleggiando egli in patria le comunità oppresse, è "legittimare l'aggressione statunitense all'estero!.

Questa affermazione, secondo gruppi come la Coalizione del Bronx contro la guerra, non è semplicemente falsa: "è disinformazione imperialista presa direttamente dal manuale della CIA funzionale alla sterilizzazione delle sanzioni illegali di Washington, che hanno ucciso oltre 40.000 venezuelani dal 2017, negando medicine, cibo e carburante".

"Le sue bugie", dicono costoro, "gettano le basi per la minacciata invasione militare di Trump e per gli appelli di Marco Rubio a un violento cambio di regime", dimostrando la lealtà di Mamdani all'impero più che alla verità.

Mamdani ipocritamente - affermano i suoi critici - etichetta i leader socialisti come "dittatori" mentre tace sul fatto che gli Stati Uniti imprigionino dissidenti politici come Mumia Abu-Jamal, ancora in prigione per aver resistito al terrorismo di stato, incarcerano migranti in gabbie e finanziano vere e proprie dittature come Arabia Saudita, Qatar e Israele.

Secondo questi critici, i suoi "doppi standard razzisti" trasformano i "diritti umani" in un'arma solo contro il Sud del mondo anti-imperialista, inquadrando Cuba e Venezuela – nazioni con solide elezioni multipartitiche e un'affluenza alle urne storicamente elevata – come "dittature" per giustificarne lo strangolamento. Nel frattempo, gli Stati Uniti spendono miliardi per truccare elezioni straniere, organizzare colpi di stato e reprimere la libertà di parola attraverso i monopoli dei media aziendali.

Quali sarebbero i "crimini" di Cuba e Venezuela? Chiedono gli attivisti di sinistra e pacifisti, e rispondono "Garantire assistenza sanitaria, alloggi e istruzione gratuiti nonostante le brutali sanzioni statunitensi."

E sul presunto mancato consenso necessario per definire questi governi dittature, osservano che "il governo di Maduro ha sconfitto un colpo di stato appoggiato dagli Stati Uniti nel 2019 mobilitando milioni di persone nelle strade" e che "Díaz-Canel è stato eletto con l'86% degli elettori cubani che sostenevano il progetto socialista."

Affermare che questi leader "imprigionano gli oppositori", aggiungono, cancella il contesto: "agenti finanziati dagli Stati Uniti in entrambi i paesi sabotano attivamente le infrastrutture e progettano omicidi", osservando che nessuna nazione dovrebbe mai tollerare una destabilizzazione violenta finanziata dall'estero.

Nonostante le sue origini multirazziali, i critici accusano Mamdani di essere un puntello della supremazia bianca e dell'imperialismo, che "si manifestano in tutti i colori e in tutte le religioni". In quanto musulmano, dicono, strumentalizza cinicamente la sua identità per deviare le critiche, descrivendo il dissenso come "intolleranza" e promuovendo al contempo politiche che sostengono lo stesso sistema imperialista suprematista bianco che demonizza i musulmani a livello globale.

La sua "parvenza di identità marginalizzata", dicono, "maschera il suo ruolo di propagandista della violenza imperialista, simile agli agenti musulmani della CIA che torturano i detenuti nei siti segreti o ai nazionalisti indù che commettono un genocidio contro i musulmani in India".

Se si opponesse davvero all'impero, concludono come controprova, ne condannerebbe le sanzioni e le guerre, non ne ripeterebbe a pappagallo le menzogne.


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