Il fantastico muro di droni
di Stefano Masson

L'impareggiabile Calenda, tra le sue recenti farneticazioni, torna sul vonderleyeniano "muro di droni", rincarando la dose, traducendolo cioè in "spazio aereo europeo impenetrabile".

Ora, anche dando per scontata una diffusa ignoranza di cose militari, c'è qualcuno che sta prendendo sul serio la proposta?

Realmente c'è qualcuno a cui sta frullando nel cervello una sorta di Iron Dome da estendere sui quattro milioni di chilometri quadrati europei e lungo i trentottomila chilometri delle sue coste continentali? O anche soltanto una barriera "impenetrabile" su un fronte orientale che va dalla Finlandia ai Balcani?

E ciò, in una fase storica in cui tutta la cronaca militare recente ci parla di vantaggi moltiplicati di chi difende a terra, ma di una situazione ribaltata per quel che concerne i cieli.

Mi chiedo davvero come il ceto medio acculturato, che è il target principale di Calenda & Co., possa bersi simili proposte senza vagamente figurarsi costi, tempi di realizzazione e concreta fattibilità.

Dossier diritti