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Erano quelli della destra sociale
di Elisa Fontana
Sfratti rapidi, ma soprattutto senza giudici. Così si potrebbe condensare l’ennesima trovata del governo dei Robin Hood alla rovescia, quelli della destra sociale con un occhio alle classi disagiate. E’ stato depositato un DDL a firma Marcheschi, senatore FDI, che riscrive tutto il mondo degli sfratti.
Cominciamo subito con l’estromettere dalla materia i giudici, orribili cascami di un’epoca democratica che troppi danni ha già fatto agli interessi di lor signori. Al loro posto inventiamoci una Authority indipendente per l’esecuzione degli sfratti (come tutte le authority italiane, indipendenti da tutti tranne che dai partiti) che, naturalmente, sarà costosa, fra nomine, stipendi, sedi e ammennicoli vari, ma qui non si bada a spese, non trattandosi né di sanità, né di salari, né di pensioni. E, dunque, le faccende si velocizzano.
Basteranno due mesi consecutivi di pigione non pagata per far scattare l’iter velocissimo presso l’Authority ed ottenere lo sfratto nel giro al massimo di quattro mesi. Attenzione alla botta di ipocrita populismo: se la morosità è incolpevole, se cioè il malcapitato ha perso il lavoro, ha una malattia grave o si è separato si potrà attingere ai soldi del Fondo nazionale per l’emergenza abitativa, perché questo governo è inflessibile, ma umano e non butta in mezzo alla strada morosi per necessità.
E allora andiamo a dare un’occhiata a questo Fondo nazionale. Nel 2022 il governo Meloni ha trovato disponibili nel Fondo 320 milioni di euro, ma questo Fondo è rimasto totalmente a secco e, in più, sono stati cancellati 50 milioni di euro previsti per il Fondo per la morosità incolpevole, per un totale di 370 milioni. Azzerati, ma non è che li abbiano rubati, saranno stati sicuramente destinati ad opere più urgenti e socialmente utili, che ne so, magari la costruzione di comodi canili in Albania, per dire. Soltanto lo scorso dicembre nella finanziaria sono stati messi 30 milioni di euro nel Fondo, ma solo 10 disponibili per il 2025, gli altri dal 2026.
Capite bene, dunque, che quando si parla di accedere al Fondo Nazionale è solo una ipocrita presa in giro. Come lo è la motivazione dell’azzeramento data dall’immortale Salvini: si azzerano i finanziamenti perché si pensa ad un Piano Casa che risolva strutturalmente l’emergenza. La pensata deve essere stata lunga assai, perché del fantasmagorico Piano Casa non vi è traccia insieme agli eventuali finanziamenti, mentre si tira fuori dal cilindro il piano sfratti.
E sapete perché? Il perché ce lo illustra il presentatore del DDL: si ridurrebbero i contenziosi civili e si frenerebbero le locazioni brevi a tutto guadagno delle famiglie che cercano casa, perché le abitazioni sono destinate ad affitti brevi per la difficoltà dei proprietari a riavere gli immobili dagli inquilini morosi.
Devono aver tenuto nascosto a Marcheschi il nuovo fenomeno per cui in molti stipulano un affitto breve e poi non vanno più via dalla casa. Non si sa se ridere o piangere davanti a queste scuse puerili per nascondere il fatto che, come al solito, questo scintillante governo trasforma una emergenza sociale in un problema meramente di ordine pubblico.
Con buona pace della nostra amata Giorgina che alla platea estasiata di Comunione e Fatturazione a settembre scorso promise un piano casa perché “senza una casa è difficile costruirsi una famiglia”.
D’altronde lei personalmente il problema della casa l’ha risolto e nel frattempo via con gli sfratti e per il piano casa vedremo. Con calma, adesso pensiamo al Natale.
 
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