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Venezuela: il cartello di stato della droga è nuova fialetta di Powell
di David Cappellini
Non esiste nessun cartello della droga venezuelano e tanto meno un cartello di stato. Non lo dico io, ma Pino Arlacchi al FQ, ex sottosegretario dell'ONU dal 1997 al 2002 e presidente della agenzia delle Nazioni Unite che monitora droga e criminalità annessa.
E per suffragare concretamente le sue affermazioni, cita due rapporti, uno dell'ONU e uno della UE, sulla situazione del traffico internazionale di stupefacenti, in cui il Venezuela non è nemmeno rammentato, se non come corridoio marginale da cui passano pochi traffici colombiani e peruviani.
Anzi, nei rapporti si identifica il governo di Maduro come un controllore efficiente e collaborativo con le autorità internazionali per impedire la via venezuelana del narcotraffico, tanto è che il Venezuela ne è praticamente escluso.
Quindi il "cartello di stato" che controlla il narcotraffico è una bufala, l'ennesima, con la quale gli Stati Uniti si apprestano a depredare il vicino ricco di risorse. Risorse che fanno gola all'impero parassitario in crisi, nato per sfruttare a proprio vantaggio le ricchezze altrui.
E l'Europa succube e complice, in attesa che il padrone gli getti un osso da finire di spolpare, tace in modo ipocrita. Addirittura collabora ideologicamente, delegando alle potenti organizzazioni di fuoriusciti venezuelani presenti in Norvegia l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace ad un personaggio ambiguo e controverso come la Machado.
Era evidente che una mossa cosi sfacciatamente propagandistica fosse propedeutica ad una azione di polizia dell'"impero del bene" nei confronti di qualche malcapitato.
Ed il malcapitato di turno, oltre ad essere il primo paese al mondo per scorte di petrolio, rappresenta un modello politico ed economico per lo meno critico verso l'ideologia imperante, molto pericoloso per i fautori dell'omologazione globale.
Gli equilibri che nell'area centro e sudamericana stanno creandosi, non possono prescindere dal ruolo di primissimo piano del Venezuela nel Petrocaribe e vanno in direzione completamente opposta ai desiderata di Exxon e delle grandi multinazionali del petrolio che stanno dietro a Trump.
Ed il gangster a capo della più grossa organizzazione criminale di stato del pianeta, non può esimersi dall'iniziare a sparare per uccidere.
 
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