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Morti sul lavoro: ogni volta dicono "mai più"
di Rosa Rinaldi
Octav Stroici, l'operaio rumeno di 66 anni estratto vivo dalle macerie del crollo della Torre dei Conti a Roma, non ce l'ha fatta, è morto per collasso cardiaco. Era rimasto ben 11 ore sotto le macerie.
Da più parti si elevano voci di cordoglio, da destra a sinistra, ma guarda un po'.
L' Italia è quel Paese in cui si lavora ben oltre i 70 anni, spesso in nero, per racimolare qualcosa per far fronte a pensioni vergognosamente basse.
l'Italia è quel Paese in cui le morti sul lavoro vedono un' incidenza altissima della fascia degli ultra- 65enni e degli stranieri.
l'Italia è a quel Paese che NON capisce che i lavori usuranti avrebbero bisogno di una legislazione ad hoc e di una messa a riposo nei tempi giusti.
l'Italia è quel Paese che vede ultra-65nni sui cantieri, alla guida di mezzi pesanti, sospesi su ponti elevatori o che si immergono sott'acqua per andare a riparare centrali idroelettriche.
l'Italia è quel Paese in cui, per un gioco di scatole cinesi di appalti e sub-appalti, è impossibile risalire all'azienda appaltatrice iniziale.
Che in caso di incidenti risulta pulita.
l'Italia è a quel Paese che vede gli stranieri impiegati in diversi settori lavorativi in modo oscuro e occulto e che vengono scaricati come spazzatura quando muoiono sul lavoro.
l'Italia è quei Paese che impiega i fondi europei per riparare torri medievali senza essere capace di metterle prima in sicurezza.
l'Italia è quel Paese in cui ai funerali dei morti sul lavoro partecipano maestranze politiche con la veletta nera sugli occhi e le lacrime a furor di telecamera, mentre fanno promesse ai familiari dei morti.
Promesse che sanno di quel "mai più" che abbiamo imparato bene a conoscere.
 
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