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                    Pasolini intellettuale scomodo celebrato per addomesticarlo  
                     
    di Alessandro Negrini * 
                   
                    
Una delle cose che più mi fanno male - male sino a quella zona profonda dove la tristezza diventa rabbia - è assistere alla pletora di celebrazioni di Pier Paolo Pasolini da parte di chi non oserebbe mai nemmeno spettinare un potente.
Pronti a venerare, nelle televisioni, nei teatri, con trasmissioni e spettacoli il “grande intellettuale scomodo” - purché resti scomodo solo nei libri, non nelle loro parole, mai nelle loro azioni.
È la vittoria perfetta del Potere: neutralizzare l’eredità di ciò che lui denunciava, trasformandolo in voce d’intrattenimento inoffensivo. Senza mai adottare il suo sguardo feroce su questo presente, sui potenti di oggi, sul fascismo tornato al potere ripulito - senza olio di ricino, ma con doppiopetto e tailleur. 
Eppure eccoli lì, i nuovi devoti del pensiero critico, che applaudono la sua immagine mentre continuano a servire lo stesso ordine che egli avrebbe smascherato.
È come se un corteo di maggiordomi felici celebrasse l’anarchia: impeccabili nei loro guanti bianchi, brindano all’idea di libertà purché resti confinata fuori dalla società. 
Mai, nelle loro vite, un colpo di reni. Mai un moto di sdegno pubblico, un rischio, una parola che incrini il quieto scorrere del consenso, la testa china e felice a fianco del potere che concede loro, in cambio del loro silenzio, un film, un palco, un articolo, un programma.
 Sempre moderati, sempre “ragionevoli”.
Eppure la Storia lo sa: sono sempre i moderati a reggere il mantello ai fascismi.
Questi riti civili della memoria sono in realtà riti di espiazione collettiva: il modo con cui il potere si autoassolve, fingendo di “amare” chi un tempo avrebbe messo al rogo.
Pasolini non ha bisogno di tributi, ma di ascolto. Non di statue, ma di contraddizione viva.
Ha bisogno del nostro sguardo che si alza, anche sopra la mediocrità di chi lo celebra per addomesticarlo.
* Regista, poeta e attivista per i diritti, Componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio
 
                  
           
       
                   
                       
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