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04 novembre 2025
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Educazione sessuoaffettiva nella scuola ma a cura di esperti
di Roberta Altrui *

La sessualità non può diventare materia scolastica. Recalcati sostiene una tesi controcorrente: l'educazione sessuale “non può essere considerata una materia di scuola tra le altre, non può ridursi a un sapere tecnico perché tocca ciò che di più intimo, inafferrabile e bizzarro c'è nella soggettività umana. L’idea che il desiderio possa diventare oggetto di sapere specialistico rivela, secondo lo psicoanalista, un equivoco profondo.”.

Ecco che arriva puntuale la solita supercazzola di Recalcati, che porta confusione e acqua a mulini inaspettati.

Io trovo davvero pericoloso pensare che l'esperienza formativa sia un momento di trasmissione verticale e specialistico. Recalcati con queste dichiarazioni fa passare il messaggio che noi sinistroidi stiamo programmando delle sparute ore di lezione di educazione ai sentimenti, dei tecnicismi senza orizzonti di senso e scollegati dal fare scuola e dalla realtà.

La Scuola è uno spazio e un momento interdisciplinare che costruisce un'istanza culturale interna agli individui. In questo senso è una fase unica della vita perché mette tutti noi a contatto con mondi a cui non avremmo accesso altrimenti.

Grazie a questo puzzle di saperi, che assume una forma unica in ciascuno di noi, le persone possono scegliere per loro stesse, a volte per gli altri, esercitando pensiero critico e autonomia.

In questo senso (il senso della formazione), l'educazione sessuoaffettiva può farla: un infermiere o un medico, quando si parlerà di malattie e prevenzione; una sessuologa quando si parlerà di paure legate alla sessualità; un educatore se si parlerà di sapere gestire e curare delle relazioni ecc.

Nessuno aveva in testa l'insegnate unico della materia, ma l'idea che gli allievi parlino con gente esperta e formata nell'ambito, all'interno di un percorso organizzato per veicolare conoscenza.

Come tutte le cose della vita il sesso e le relazioni sono oggetto di studi, anche Recalcati le ha studiate, quindi sì, possono essere una materia da condividere con i ragazzi. Tutto quello che sappiamo, in maniera calibrata e elaborata, possiamo trasferirla ai ragazzi in modo che siano più liberi di fare le proprie scelte.

* La dott.ssa Altrui è Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'età evolutiva, Educatrice Socio-pedagogica e consulente familiare


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