Baby gang dimostrano esigenza di educazione sessuoaffettiva
di Roberta Altrui *

A Moncalieri (TO), durante la notte di Halloween, un 15enne con una disabilità cognitiva è stato avvicinato da una baby gang (formata da due ragazzi e una ragazza, più o meno della stessa età).

È stato sequestrato, derubato, chiuso in un bagno per ore, gli hanno spento una sigaretta sulla caviglia, rasato capelli e sopracciglia, picchiato e buttato a petto nudo nel fiume Dora, abbandonandolo lì.

Basta un momento in cui le regole e la sorveglianza sono meno salde (come un momento di festa), che i nostri ragazzi rimangono soli con le loro relazioni sociali, non sanno cosa fare e inizia la disregolazione!

Nello sbaraglio riproducono in maniera caotica una gerarchia violenta e di potere, la stessa in cui siamo immersi e che narriamo prevalentemente.

Questo è il clima, secondo il nostro governo, per cui non serve l'educazione sessuoaffettiva a scuola.

Oltre a un femminicidio ogni tre giorni, gravi casi di bullismo e un aumento esponenziale della sofferenza psichica, cos'altro deve accadere?

No, perché così, su due piedi, non mi sembra che lasciare questi ragazzi all'esclusiva educazione sentimentale delle proprie famiglie sia una buona idea.

Non per mancanza di fiducia nelle famiglie, ma perché le sfide educative della contemporaneità sono troppo grandi, bisogna creare una rete di consapevolezza e di aiuto che riporti tra noi un edificante senso di Comunità.

* La dott.ssa Altrui è Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'età evolutiva, Educatrice Socio-pedagogica e consulente familiare

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