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Camerun: Biya resta saldo al potere
di Emmanuel Edson
Paul Biya è stato rieletto per altri 7 anni alla testa del Camerun, ha 92 anni con une salute precaria. Questo è il risultato di un popolo diviso etnicamente, con impossibilita di coalizzare per un fronte Comune.
Sono 7 anni che une certa opposizione ci canta che è arrivato il loro giro di governare il paese. Questo era l'unica loro visione come se il paese fosse una torta da dividere. Hanno rotto tutti con una miopia a dire poco fastidioso.
Chi conosce la storia del Camerun, un paese appoggiato sulla funzione pubblica, senza un'industria e un'imprenditoria visionaria, controllato dalla testa ai piedi da un governo centrale spietato, non è sorpreso.
Un esercito con alti ufficiali che non vanno mai in pensioni, una casta di nobili tradizionalisti, vero pilastro del potere di Biya. Scelti in alcune regioni durante il colonialismo.
Per me la vittoria di Biya - per dire la verità, e non me ne vergogno - è il fallimento intergenerazionale.
Alcuni popoli hanno subito secoli di umiliazioni ma hanno saputo rialzarsi, niente è eterno e la storia è in continuo movimento.
Nonostante la sua malattia, il suo sistema permane e regna da Sovrano in mezzo ai sovrani. È l'architettura stessa del suo potere.
Una specie di cipolla avvolta intorno a lui. C'è chi pensa che basta togliere Biya perché tutto questo circo finisca, invece è un sistema di potere radicato e ben costruito.
Mi dispiace per i giovani morti, strumentalizzati dagli stessi che ci urlano da 7 anni che è arrivato il momento di governare il paese per loro ma senza alcuna proposta.
Non si manda via in sovrano dal trono con le pagliacciate. Biya è figlio di quella terra ed è ben radicato.
È così.
 
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