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Israele finanzia quattro milizie palestinesi per demolire Hamas
di Leandro Leggeri
Secondo un’inchiesta pubblicata da The Cradle il 26 ottobre 2025, dal titolo “Four militias backed by Israel, Arab states plan ‘Project New Gaza’ to dismantle Hamas” e firmata dal News Desk della testata, Israele starebbe sostenendo quattro milizie palestinesi con l’obiettivo di eliminare Hamas e creare una cosiddetta “Nuova Gaza” sotto amministrazione filo-israeliana.
Le milizie operano lungo la “linea gialla” delineata dalla mappa del cessate il fuoco di Washington, in aree controllate dall’esercito israeliano. A guidarle ci sarebbero Hossam al-Astal, Yasser Abu Shabab, Rami Khalas (o Halles) e Ashraf al-Mansi, tutti leader locali con precedenti legami con il movimento Fatah o la stessa Autorità Palestinese (ANP).
Al-Astal, citato nel rapporto di Sky News ripreso da The Cradle, dichiara apertamente:
> “Abbiamo un progetto ufficiale — io, Abu Shabab, Khalas e Mansi. Siamo tutti per la ‘Nuova Gaza’. Presto controlleremo tutta la Striscia e ci riuniremo sotto un’unica amministrazione.”
Secondo le verifiche video e geolocalizzazioni pubblicate, la base della milizia di al-Astal a Khan Yunis si trova a meno di 700 metri da un avamposto israeliano, e opera in una “zona verde” dove le forze israeliane non attaccano né vengono attaccate. Le sue armi, ammette lo stesso capo miliziano, vengono acquistate sul mercato nero da ex combattenti di Hamas, mentre munizioni e veicoli arrivano attraverso il valico di Kerem Shalom in coordinamento con l’esercito israeliano.
Il più potente di questi gruppi sarebbe quello di Yasser Abu Shabab, beduino di Rafah e trafficante di armi legato a reti criminali con connessioni a ISIS, forte di almeno 2.000 uomini. Le sue truppe avrebbero ricevuto sostegno anche da Emirati Arabi Uniti, come dimostrerebbe una fotografia pubblicata da Sky News in cui si vede il suo vice accanto a un veicolo con targa emiratina.
Le insegne di due delle milizie, inoltre, risultano identiche a quelle delle forze filo-UAE in Yemen, rafforzando l’ipotesi di un coinvolgimento diretto di Abu Dhabi, che non ha però commentato le rivelazioni.
Tra i leader minori figurano anche Rami Khalas, esponente di Fatah nel nord della Striscia, e Ashraf al-Mansi, capo della “People’s Army”, una formazione di scarso peso operativo ma presente nell’area di Gaza City.
Le quattro milizie avrebbero legami anche con alcuni funzionari dell’Autorità Palestinese, che — secondo al-Astal — “continuano a ricevere stipendi dall’ANP” pur combattendo al fianco di Israele.
Il progetto “New Gaza” ricalcherebbe la visione espressa nei giorni scorsi da Jared Kushner, genero e consigliere del presidente Donald Trump, che ha parlato della possibilità di “costruire una nuova Gaza nelle aree sotto controllo israeliano, dove i palestinesi possano vivere e lavorare in pace, senza Hamas”.
Fonti palestinesi citate da Mondoweiss confermano che Hamas ha avviato un’ampia campagna di repressione contro queste milizie, accusate di collaborare con Israele in operazioni di sabotaggio, rapimenti e omicidi di civili, oltre che di aver fornito intelligence militare all’esercito israeliano durante la guerra.
Secondo il Ministero dell’Interno di Gaza, il movimento islamico si prepara ora alla “più grande operazione di smantellamento di milizie filo-israeliane mai condotta”, dopo l’arresto e l’uccisione di decine di combattenti negli scontri di metà ottobre.
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