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ICJ stabilisce obblighi di Israele verso popolazione di Gaza
di Tamara Gallera
La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha stabilito oggi che Israele è obbligato, ai sensi della Convenzione di Ginevra, ad accettare e agevolare i programmi di soccorso forniti da Stati terzi e da organizzazioni umanitarie imparziali, tra cui il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi (UNRWA), per garantire che aiuti sufficienti raggiungano la Striscia di Gaza.
Nel suo parere dettagliato, la Corte Internazionale di Giustizia ha sottolineato che Israele, in quanto potenza occupante, ha il dovere incondizionato di garantire che i bisogni primari della popolazione locale siano soddisfatti.
Ha stabilito che la popolazione di Gaza è stata rifornita "in modo inadeguato" ai sensi dell'articolo 59 della Quarta Convenzione di Ginevra e che Israele deve pertanto consentire e assistere le operazioni di soccorso umanitario.
La Corte ha affermato che, a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023, Israele ha severamente limitato l'ingresso degli aiuti e ha persino bloccato la consegna di forniture umanitarie e mediche a partire dal 2 marzo, consentendone solo una limitata quantità a partire dal 19 maggio.
Respingendo le affermazioni di Israele secondo cui il personale dell'UNRWA sarebbe affiliato a gruppi armati, la Corte ha affermato che "Israele non ha dimostrato le sue affermazioni secondo cui una parte significativa del personale dell'UNRWA sarebbe membro di Hamas" o di quelle che ha definito "altre organizzazioni terroristiche".
Non ha inoltre riscontrato alcuna prova di discriminazione nella distribuzione degli aiuti da parte dell'UNRWA basata su nazionalità, razza, religione o opinioni politiche.
"La potenza occupante non può mai invocare ragioni di sicurezza per giustificare la sospensione generale di tutte le attività umanitarie nei territori occupati", ha affermato la Corte, ribadendo che l'obbligo di Israele di facilitare gli aiuti è "incondizionato".
Ha ribadito che il diritto di occupazione si applica parallelamente al diritto internazionale umanitario che regola le ostilità e che Israele deve rispettare entrambi gli obblighi.
Pur sottolineando che il suo parere si concentra sull'identificazione degli obblighi giuridici di Israele piuttosto che sulla determinazione delle conseguenze di eventuali violazioni, la Corte ha sottolineato che Israele rimane vincolato, ai sensi del diritto internazionale, a rispettare, proteggere e rispettare i diritti umani dei palestinesi nei territori occupati.
"Israele, in quanto potenza occupante, non ha diritto alla sovranità né all'esercizio di poteri di sovranità in alcuna parte del territorio palestinese occupato, inclusa Gerusalemme Est", ha affermato la Corte.
Ha inoltre ribadito l’obbligo di Israele di non affamare la popolazione civile come strumento di guerra.
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