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Spagna: nazionale femminile straccia Israele in partita a porte chiuse
di
Vitoria Sobral
La nazionale femminile spagnola di pallamano ha giocato e vinto 38 a 22 contro la squadra di Israele nelle qualificazioni per il Campionato Europeo del 2026, ma in circostanze uniche, a causa del massiccio rifiuto politico e sociale che questo Paese genera a causa del massacro di civili perpetrato dal suo governo nella Striscia di Gaza.
La partita si è giocata infatti in quasi totale segretezza: fuori sede (a Bratislava), a porte chiuse, senza canali televisivi in chiaro in Spagna (poteva essere seguita solo attraverso la piattaforma pay-TV della Federazione Europea), con pochissime informazioni ufficiali dalla federazione spagnola (solo il punteggio finale) e senza fotografie, eccetto quella ufficiosa che mostra le scarpette delle atlete spagnole decorate con adesivi a forma di anguria.
Nell'atmosfera quasi spettrale in cui si è svolta la partita, le giocatrici della nazionale hanno voluto chiarire la loro posizione sui social media. "Io gareggio, sì, ma non lo faccio con indifferenza", hanno espresso in un testo lungo, elaborato e duro che è un manifesto contro il doppiopesismo che none esclude Israele dalle competizioni ma la Russia sì.
"Dato il mio dovere di giocare, non posso ignorare ciò che accade fuori dal campo, poiché ciò che sono permea completamente ciò che rappresento come giocatrice. Come atleta, è impossibile per me separare completamente la competizione dalla realtà che colpisce ogni giorno vite innocenti là fuori. Penso a come, in altri momenti della storia recente, lo sport abbia agito con decisione di fronte alle violazioni dei diritti umani e, quando non lo ha fatto, l'ignominia ha sigillato la memoria collettiva dei responsabili, di coloro che le hanno perpetrate, permesse o rese possibili. Invece, oggi regna un silenzio soffocante", hanno denunciato le atlete nella dichiarazione.
"Anche questo doppio standard è doloroso. La mia solidarietà va al popolo palestinese, vittima di un genocidio che ha devastato la vita di 68.000 persone... Non si tratta di politica (chiedetevi chi lo sostiene e perché): si tratta di umanità, dignità e giustizia. Non posso fare a meno di gioire per la possibilità di un accordo che porti la pace e allevi, anche solo un po', tanto dolore. Questa speranza non cancella la responsabilità", si legge nella dichiarazione.
Il presidente della federazione spagnola, Francisco Blázquez, ha assistito alla partita, accompagnato dall'ambasciatore in Slovacchia. Il leader della federazione non si reca solitamente all'estero per eventi di questo tipo, ma le circostanze particolari lo hanno portato a Bratislava. "Se fosse successo qualcosa, il presidente avrebbe dovuto essere lì per primo", ha dichiarato dopo la partita. "Non abbiamo visto una sola protesta. La partita è stata strana, triste, ma con assoluto rispetto da parte di tutti. Avendo giocato a porte chiuse, ti chiedi perché. Non avevamo altra scelta che giocare", ha spiegato Blázquez.
La federazione ha ufficializzato la data e attende la partita del 12 aprile, quando la Spagna ospiterà Israele sul suo territorio. La città non è nota, anche se nessuno nasconde il fatto che la nazione ospitante scelta dovrà affrontare condizioni attualmente molto difficili. Questa volta, gli arbitri hanno tirato un sospiro di sollievo sapendo che la partita si sarebbe giocata in trasferta. Israele ha chiesto un cambio di calendario, ma è stato rifiutato.
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